Nov 28, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

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Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

“Ogni donna ha il diritto di essere bella.”  Elizabeth Arden

Non ci sono donne brutte, ma soltanto donne pigre. Helena Rubinstein

 

Sabato mattina: shopping con Francy.

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Era alla ricerca di una gonna per una cena in famiglia, da abbinare a una carinissima camicetta comprata la settimana precedente. Quando sono con lei, i piedi mi fanno sempre male! Cretina io a uscire in tacco 11 con una patita (è un eufemismo) dello shopping. Dopo un paio d’ore di ricerca, con i piedi sempre più indolenziti; finalmente ha trovato la gonna giusta. (Grazie al cielo “Scusa Tesoro”, ma lo so io i dolori che ho patito!) Potevamo così finalmente dedicarci ai miei, anzi al mio acquisto. La prossima settimana ho un invito alla cresima di una cugina. La cuginetta espressamente mi ha preso da parte l’ultima volta che ci siamo viste e testuali parole mi ha detto:

“zia isabelle (è una delle poche che mi chiama così) voglio un profumo da donna vera come tuo regalo”.

La madre; “belle, qualcosa di carino, ma non esagerare è ancora una bimba”.

 STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein (Le ho comprato questo, penso le piacerà?, voi signore cosa ne dite?)

Con questo ben chiaro in testa, io e Francy entriamo in una delle profumerie più in della città. Varie marche provate, alla fine il dubbio era tra Elisabeth Arden e Helena Rubinstein. Mentre sentivo le due fragranze, la commessa sollecitata da Francy, ci racconta alcuni aneddoti, o per meglio dire piccoli dispetti che le due donne si facevano. Scelto il profumo, e anche ilprossimo post, devo saperne di più di queste due signore! A casa, tolte finalmente le scarpe, sfoglio varie riviste; in una in francese trovo l’articolo qui riportato.

Ringrazio Ludo per l’aiuto nella traduzione: Grazie ancora Tesoro.

Siccome è molto lungo, per non annoiarvi Care Signore/i lo pubblicherò in due post separati.

 

STORIE DI DONNA Regine in guerra

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Prima parte

Una giurava solo sul rosa confetto, l’altra amava le tinte forti, una collezionava cavalli, l’altra statue africane, una era una maga del packaging, l’altra puntava sulla scienza, ritratto di due rivali di genio…

Se non fossero esistitele avrebbe potute inventare uno scrittore: Elisabeth ed Helena, Miss Arden e Madame, le due piccoledonne cocciute che all’inizio del novecento inventarono l’industria della cosmesi. Nemiche giurate, riuscirono a vivere a new York per decenni senza incontrarsi mai. Solo una sola volta, dice la leggenda, si sfiorarono in un locale.

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein....helena-rubinstein-beauty-school

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein….helena-rubinstein-beauty-school

Ed Helena Rubinstein, incurante delle sue trecce tinte di nero inchiostro ogni settimana, si limitò a commentare, davanti ai capelli biondi della Arden “Troppo colore per una donna di quell’età” Diverse eppure a volta sorprendentemente simili, le due regine della bellezza non erano per niente belle. Geniali, tiranniche, ambiziose, avevano avuto tutte e due origini umili e le nascondevano sotto montagne di bugie una Florence Nightingale Graham ( poi Elisabeth in onore dei reali inglesi e Arden dal nome della tenuta di un miliardario che fu uno dei suoi primi eroi), era scappata da una fattoria canadese poverissima dove non c’era neanche il bagno, per fare l’nfermiera a New York. Ma sveniva alla vista del sangue e finì per fare la cassiera in un salone di bellezza, dove imparò in fretta. L’altra, Chaja (il nome ebraico per helena) Rubinstein, settima figlia di un commerciante di Cracovia, voleva diventare medico, ma fu spedita in Australia per dimenticare un amore sbagliato e divenne ricca vendendo una misteriosa crema di famiglia alle signore inglesi che dovevano combattere il sole australiano.

Ho solo questo da dichiarare:

le scottature sono il suicidio della bellezza

Helena Rubinstein

 

Entrambe mentivano su questi inizi. Miss Harden non spiegò mai dove aveva trovato i soldi per aprire il suo primo salone sulla Fifth Avenue (le malelingue parlavano di amanti ricchi, quel che è certo è che nei primi anni lei faceva di tutto anche le pulizie). Madame continuò a favoleggiare di prestigiosi studi medici. Perfino sulla data di nascita crearono dei gialli. Miss Arden confidava soave a un giornalista: “mio caro, ho mentito così tante volte sulla mia data di nascita che ormai non la conosco neanche più io. Quel che è certo è che a forza di lavoro, lavoro e ancora lavoro, intorno alla prima guerra mondiale erano già due ricche signore in affari. Miss Arden a new York. Madame in Europa. E quando una aprì i primi saloni a Parigi e Londra e l’altra sbarcò in America, la guerra si fece aperta. Non si potevano immaginare due stili più differenti. Colori a tinte forti e quadri moderni nei saloni di madame, cuscini rosa e colori pastello in quelli di Miss Arden. Una puntava sull’elite letteraria, anche grazie al primo marito, Titus che si dilettava a fare l’editore a Montmartre e manteneva tutti gli artisti di Parigi (“Come posso sapere se quegli scrittori valgono qualcosa?”, rispondeva madame, se interrogata su qualcuno di loro. “Non ho neanche il tempo per leggere i loro libri…”). L’altra scelse subito l’alta società, in particolare i reali d’Inghilterra. Wallis Simpson scendeva ogni settimana nel suo salone, senza mai pagare ma Miss Arden sapeva come recuperare il credito.

” Per perdere qualche chilo riso con pomodori lessati e  sbucciati, tre volte al giorno: ma senza esagerare. Le donne troppo magre invecchiano male ”

Elisabeth Arden

Dopo aver inaugurato la sua linea di moda, alla vigilia di un ballo importante facesse recapitare da un fattorino a Walls simpson l’abito Arden che avrebbe dovuto indossare per l’occasione. Nella cosmesi Madame puntava sull’aspetto

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

“La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”... STORIE DI DONNA Regine in guerra
Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

scientifico e creava le prime creme agli ormoni, i primi trattamenti contro il sole, il primo mascara waterproof. Miss Arden era invece un genio delle confezioni e della pubblicità: “La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”, dichiarava nei primi spot, dilagando in radio, televisione, e perfino al cinema, per il quale creò una linea di trucco esclusiva. Lo riconosceva anche la rivale, che un giorno confidò a un amico “Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”.

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Divennero entrambe immensamente ricche, ma avevano un rapporto molto diverso con il denaro. Miss Arden ripeteva che per fare molti soldi bisogna spenderli, e  nb. Madame scandalizzava i suoi dipendenti spegnendo le luci inutilizzate nei saloni e risparmiando sul riscaldamento. A un collaboratore che batteva i denti durante la riunione che si teneva, come sempre nella sua stanza da letto, disse, avvolta nelle coperte: “Può tenere il cappotto, se vuole, ma ricordi il freddo aiuta a pensare”. Miss Arden dava ai suoi dipendenti paghe da sogno. Madame litigava su ogni aumento e si decideva a spendere soltanto quando voleva strappare del personale alla sua rivale. Quando Miss Arden divorziò dal primo marito, Tommy Lewis, un ex impiegato di banca che aveva conosciuto durante la concessione di un prestito, gli fece formare un impegno a non lavorare nel campo della cosmesi per cinque anni. Ma, scaduti i termini Madame lo assunse subito nel suo staff. “Così solo per far diventare verde di rabbia la rivale. Erano state tutte e due sfortunate con il matrimonio…. (continua)

 

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Set 7, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

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ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

 

 ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

“Le ragazze importanti hanno bisogno di grandi gioielli”.

Elizabeth Taylor

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

 

Revival che fa tendenza.

Le nostre occasioni speciali… o solo per sentirci belle, ecco una moda intramontabile, elegante e con un pizzico di bon ton.

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ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

il tempo che passo in sottoveste che vestita…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Caldo, insopportabile caldo, in queste afose giornate, è più tanto il tempo che passo in sottoveste che vestita.

Annoiata, sfogliavo diversi giornali e riviste, nell’attesa di uno spunto. In un settimanale in lingua inglese, i miei occhi si posano su un articolo “LE DIVE DI OGGI PREFERISCONO UNA MODA STILE ANNI 50 RISPETTO A QUELLA PROPOSTA DALLE ULTIME SFILATE”.

Io innamorata di quegli anni ho letto avidamente l’articolo. Subito è scattata la voglia di saperne di più.

Il sunto di tutto è riportato in questo post.

Coincidenza fortunata ha voluto che proprio in questi giorni sia qui da noi una nostra amica londinese. (Nadine, grande amica di Francy) Esperta di fashion ai più alti livelli, grande frequentatrice di red-carpet e sfilate.

Ovviamente non volevo disturbarla in spiaggia!

La mattinata successiva l’ho chiamata e ho preso un appuntamento serale nel residence, dove alloggia.

Da buona femmina, oddio cosa metto questa è una professionista!

Dopo diverse prove, e ormai in piena crisi, scelgo una gonna longuette, camicetta bianca e decolleté tacco 11 e… calze 8 denari, leggere, ma sempre calze!!!

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Camminando per raggiungere il residence…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Camminando per raggiungere il residence. Ogni 30/40 secondi mi fermavo per controllare le calze. Quando indosso le 8 denari; molto raramente, mi sento come se fossi in una cristalleria. Ogni mio movimento può romperle!!!

(anche a voi signore danno questa sensazione.)

Arrivata, Nadine si complimenta per il mio look (mi sono sentita a 10 mt. d’altezza).

Sfodero il mio blocco da perfetta cronista di Vogue anni 50, così mi ha definito Nadine e iniziamo il nostro dialogo, un misto d’inglese e italiano.

 

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Sfodero il mio blocco da perfetta cronista di Vogue anni 50,…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

belle. Sfogliando una rivista ho visto molte star indossare abiti stile anni 50. Che cosa è una voglia di vintage, un rimpianto di quel periodo o solo un riciclo chic?

 Nadine. Vedi belle, non è proprio come dici tu: la qualità più importante è che sono abiti che ci rendono carine, non i disastri che ho visto alle ultime sfilate parigine. (Nadine si alza, torna con un book di queste sfilate e mi mostra alcune foto, commentando “Brutta, brutta!!!). Nell’abito anni 50 si ricercava il femminile, il romantico, un senso di bellezza e di voglia di vivere, o per meglio dire di rinascere dopo gli anni bui della guerra. Quelli di oggi reinterpretati hanno il pregio di stare bene quasi a tutte, e l’effetto è sempre un’immagine dolce e delicata.

belle. io sono innamorata di quel periodo. Dove è che corriamo il rischio di sbagliare indossandoli?

Nadine. È forse questo uno dei motivi del loro successo, il rischio di sbagliare è ridotto al minimo. Si può sbagliare nella scelta dell’accessorio in particolare le scarpe. La lunghezza dell’abito con una calzatura inadatta può provocare degli squilibri.

Ti prendo delle fotografie per farti capire meglio. Nadine allora si alza, va in un’altra stanza e ritorna con il suo i-pad.

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foto di Millie Bobby Brown…. però l’abito è troppo lungo per lei….. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

GRACE KELLY Date:

GRACE KELLY indossava spesso gonne molto simili, ma leggermente più corte…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

 Lo fa scorrere fino a che appare la foto di Millie Bobby Brown, sul red-carpet.

Deliziosa in un abito stile étoile mi viene da dire.

Nadine puntualizza, sì vedi la bandana in vita alleggerisce… però l’abito è troppo lungo per lei.

Come riprova: guarda Grace Kelly, indossava spesso gonne molto simili, ma leggermente più corte. Così mostrando la caviglia tutta la figura prendeva slancio e grazia.

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

ma guarda le scarpe completamente sbagliate….. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

d’imitare Marilyn è fallito sul particolare…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Riinizia a scorrere l’I-pad, fino a che arriva a Maggie Gyllenhaal, perfettina nella sua mise anni 50, ma guarda le scarpe completamente sbagliate. Il suo tentativo di imitare Marilyn è fallito sul particolare, come ti dicevo.

belle. Guardando le fotografie e i filmati che mi hai mostrato, penso siano abiti che esaltano al massimo la nostra femminilità?

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Nicole Kidman, con un abito rosso con gonna a ruota e scollo all’americana,… ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Nadine. Negli anni 50 gli stilisti creavano intelligentemente scolli e spacchi proprio per far esaltare al massimo la figura femminile. Lo stesso cliché è usato oggi. Mi mostra Nicole Kidman, con un abito rosso con gonna a ruota e scollo all’americana, il risultato è evidente.

belle. Vedendo tutte queste star, sono presa dal red-carpet. Le chiedo allora per la sera, le serate importanti i galà cosa dobbiamo indossare? (come che io vada ai galà)

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Sofia Vergara è stupenda in quest’abito a sirena…. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Nadine. Guarda… questa foto di Sofia Vergara è stupenda in quest’abito a sirena. Tutto è esaltato, i fianchi, il derrière, non sfigura nemmeno di fronte alla grandissima Rita Hayworth.

ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

non sfigurano nemmeno di fronte alla grandissima Rita Hayworth….. ANNI 50 UNO STILE PER NON SBAGLIARE MAI

Sono abiti che ci fanno sentire tutte come principesse, non vediamo l’ora di indossarli e sentirli nostri.

Belle. Come slogan e come chiusura di questa nostra chiacchierata, possiamo dire che gli anni 50 sono stati un grande inno alla femminilità che vogliamo ora riscoprire?

Nadine. Chi indossa e ricerca questi capi, sono donne che cercano un nuovo tipo di femminilità dolci, ma allo stesso tempo sicure di loro stesse. Sicurezza, che mostriamo indossando abiti che ci rendono sia attraenti per noi stesse sia fonte di attrazione. Tutto questo sottolineato da gonne a ruota, sottogonne, corpetti a cuore e intriganti giochi di lunghezze.

♥♥♥ Finita, questa pseudo intervista Nadine mi ha invitato a restare per la cena. Così chiacchierando del più e del meno mi ha raccontato tanti aneddoti e qualche piccolo segreto… sui Red-Carpet.

 

 

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Ago 1, 2018 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

 

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OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

OGGI MI COCCOLO... DOLCISSIMO RELAX... SUBITO BELLA

OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

thumb_person-jacob-morton-braude.140x140_q95_box-187,10,643,467“La vasca da bagno fu inventata nel 1850, il telefono nel 1875. Se foste vissuti nel 1850, avreste potuto restare in vasca per 25 anni senza sentir squillare il telefono.”

Jacob Morton Braude

OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

 Luci basse, musica di sottofondo, vapori profumati: quello del bagno può trasformarsi in un momento speciale. Che aiuta la tua pelle a ritrovare splendore e morbidezza. Tutte lo amiamo, ci coccoliamo tra candele profumate, oli essenziali. Per pochi minuti ci dedichiamo a noi stesse, lasciando da parte mariti, fidanzati o problemi familiari o di lavoro.

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Si oggi signore e ragazze… ci facciamo un bel bagno.

BUON RELAX A TUTTE!

 

♥ tempi, modi e mode

Corpo & mente

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Non sono gli effetti di una cura medica miracolosa…. OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

La pressione arteriosa rallenta, il sangue ossigena meglio i tessuti, la temperatura corporea si alza, la respirazione accelera e il sistema immunitario produce anticorpi. Non sono gli effetti di una cura medica miracolosa, ma le reazioni del nostro organismo, “a mollo” in una vasca di acqua calda. Ma c’è di più. Sappiamo tutti che il bagno è un rito veramente rilassante.

I gradi giusti

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Tutto dipende dalla temperatura dell’acqua….. OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

Ipotesi azzardate a parte, quel che è vero è che farsi il bagno è spesso uno dei modi migliori sia per iniziare sia per finire la giornata. Tutto dipende dalla temperatura dell’acqua: Se fredda (tra i ventitré e i ventisei gradi) ha un potere stimolante, ideale per partire la mattina con il piede giusto (attenta però: il bagno freddo non può durare più di due minuti; se tiepida (tra i 26 e i 29 gradi) o calda (da 29 a 37 gradi) regala uno stato di relax che predispone al sonno.

Attenzione all’orologio

Anche la variabile tempo ha la sua importanza per la buona riuscita del bagno. Se troppo veloce, non consente al corpo di rilassarsi; se eccessivamente prolungato è stancante. Venti minuti, mezz’ora al massimo è la durata giusta dell’immersione in acqua tiepida: Durante questo tempo tutto è concesso: tenere in posa una maschera idratante o un impacco per capelli (grazie ai vapori dell’acqua calda penetra più in profondità) massaggiarsi con lo scrub o il guanto di crine (l’acqua calda, dilatando i vasi circolatori, rende lo sfregamento più efficace) o ascoltare, semplicemente, musica soft: in grado, sostengono diverse ricerche mediche, di intensificare e prolungare la sensazione di relax.

 

♥ Acqua e dintorni

Ricette fai da te per ogni tipo di pelle

Idratante

OGGI MI COCCOLO... DOLCISSIMO RELAX... SUBITO BELLA

Le pelli supersensibili spesso non sopportano…    OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

All’acqua del bagno aggiungi una tazza di latte scremato in polvere. È la versione moderna del famoso bagno di Poppea, che manteneva la sua pelle levigata immergendosi esclusivamente nel latte d’asina. Ogni latte ha un alto potere idratante, ma quello d’asina, leggermente acido, in più esfolia.

Antiarrossamento

Le pelli supersensibili spesso non sopportano il contatto con i detergenti, nemmeno i più delicati. In questo caso una valida alternativa al bagno schiuma è la farina d’avena. Mettine una manciata in un fazzoletto di mussola e lasciaci scorrere sopra il getto dell’acqua del bagno. L’avena deterge efficacemente senza irritare.

Effetto scrub

Ideale da fare in autunno, per eliminare le cellule morte “ricordo” dell’abbronzatura estiva: nell’acqua del bagno versa un bicchiere di vino o uno di aceto (bianco o rosso è indifferente). Entrambi derivati dell’uva hanno virtù esfolianti.

 

cosa metto nell’acqua

Il bagnoschiuma

E’ un detergente che basa la sua efficacia pulente sul principio dell’ammollo

OGGI MI COCCOLO... DOLCISSIMO RELAX... SUBITO BELLA

a contatto con l’acqua produce piccole bolle OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

(lo stesso del bucato a mano): il bagnoschiuma, a contatto con l’acqua produce piccole bolle e queste a loro volta, rompendosi a contatto con la pelle, asportano le particelle di sporco. Oltre alla base pulente il bagnoschiuma può contenere diversi principi attivi: dagli ingredienti idratanti alle sostanze antibatteriche, passando per vitamine e oli essenziali. Il bagnoschiuma “generico” ormai non esista più: ogni detergente risponde a specifiche esigenze della pelle e in base a queste va scelto.

I sali da bagno

Si tratta di veri e propri cristalli di sale lasciati a macerare in una fragranza (e spesso anche in sostanze coloranti naturali) che, una volta a contatto con l’acqua, la profumano e la colorano piacevolmente: non hanno una vera e propria azione detergente, ma regalano un benefico effetto stimolante (il sale, attraverso il meccanismo dell’osmosi determina una sorta di ginnastica vascolare). Sono indicati soprattutto a chi ha una pelle grassa, visto che il cloruro di sodio, nome scientifico del sale, è leggermente astringente e antibatterico.

Gli oli

Possono essere usati da soli o in aggiunta al normale detergente. In ogni caso danno una marcia in più al bagno. Sia perché creano, sulla superficie dell’acqua, un film protettivo che avvolge tutta la pelle e la mette al riparo della disidratazione, sia perché spesso il loro profumo ha un benefico effetto rilassante. Tra gli oli più usati: olio di camomilla, antisettico, antiinfiammatorio e calmante, olio di abete, un vero e proprio concentrato anti-stress, e olio di melissa, rinomato per le sue proprietà calmanti. Da sapere: gli oli sono molti concentrati e si dosano “a gocce”: nell’acqua della vasca ne bastano 10.

 

dopo il bagno

Cosa devi fare fuori dalla vasca

Spazzolati con energia

Asciugati con cura e con una spazzola di setole naturali inizia a massaggiarti dalla pianta del piedi. Esegui dei leggerissimi movimenti rotatori ascendenti e arriva fino alla nuca, evitando però, la zona seno. Questa tecnica, che si chiama dry brushing, stimola la circolazione, esfolia la pelle e la aiuta a ricevere le sostanzeidratanti della crema per il corpo.

Non scordare l’idratante

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Asciugati con cura e con una spazzola…   OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

Contrariamente a quanto si possa pensare, il bagno, anche se fatto con i tempi e i prodotti giusti, lascia la pelle impoverita. Un buon idratante la rende nuovamente morbida. Approfitta del momento dell’applicazione per regalarti un piacevole massaggio: inizia dalle caviglie e risali, disegnando piccoli cerchi, fino all’inguine. Sulla pancia il movimento deve essere sempre orario (ti aiuta a sgonfiarti) e sulle braccia a spirale dai polsi fino alle spalle.

Leviga i piedi

Non c’è niente di meglio dell’acqua calda per ammorbidire le zone “dure” , talloni al primo posto. Appena uscita dalla vasca, asciuga leggermente i piedi e passa sulla pelle ispessita una pietra pomice o l’apposita spazzola ruvida sagomata. Non sfregare troppo: la pelle è morbida e per assottigliarla bastano poche passate.

strano ma vero

piccole curiosità intorno al bagno

 

Canta in vasca

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OGGI MI COCCOLO… DOLCISSIMO RELAX… SUBITO BELLA

In Giappone, dopo il bagno è un rito, esistono migliaia di sentos, sorta di terme pubbliche, dove i giapponesi amano concludere la giornata. Il sento più popolare di Tokyo , il Dragon’s bath, ha anche una zona karaoke e un angolo ristorante dove ambientare cene e feste.

Che sacrilegio

I primi cristiani considevano il bagno un peccato ed evitavano ogni contatto con l’acqua. Sant’ Agnese a 13 anni affermava, fiera, di non averne mai fatto uno.

Suggestioni new age

Vuoi provare un bagno alternativo? Nell’acqua non versare bagnoschiuma o oli essenziali, ma immergi 3 cristalli di quarzo bianco. La pulizia non è garantita, ma il relax sì.

Caffè all’hammam

Non tutti sanno, ma nei veri bagni turchi (gli hammam) non si fanno solo bagni di calore, ma anche bagni veri e propri a base di sfregamenti vigorosi e acqua caldissima. La pelle, alla fine, è candida come la neve, ma per l’organismo tutti questi stimolo sono un piccolo grande stress. Per questo, durante il lavaggio, i camerieri dell’hammam offrono di continuo ai clienti bicchierini di caffè (turco naturalmente): l’unica sostanza in grado di “tirare su” corpo e spirito.

 

 ♥ spunto post tratto da rivista femminile

 

 

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Giu 29, 2018 - Storie Impossibili Vanity    Commenti disabilitati su io cameriera della MIA REGINA parte 1

io cameriera della MIA REGINA parte 1

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STORIE IMPOSSIBILI

 io cameriera della MIA REGINA parte 1

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“Oh, mio Dio, se abbiamo commesso delle colpe, le abbiamo certamente espiate.”

Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena Regina di Francia

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Questo è il mio diario

Paris, Addì lunedì 14 ottobre 1793

Sono stata a servizio della Regina di Francia Maria Antonietta

sin da giovanissima. Tutte le mie forze e la mia mente erano rivolte a Lei.

io cameriera della MIA REGINA parte 1

Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. io cameriera della MIA REGINA parte 1

 

Ho cercato sempre di servirla con impegno e dedizione; forse è per questo che ora sono qui. Una buia cella è diventata il nostro piccolo Trianon. Due candele sono l’unica fonte di luce che abbiamo, le nostre vesti sono ormai lise e consumate.

Alla mia Regina al suo ingresso è stato consentito di portare un piccolo guardaroba che io stessa ho preparato.

Piegando il tutto con la massima cura, esso consisteva:

Un abito nero e uno bianco

Fazzoletti

Un paio di calze di seta nera

Alcuni scialli in crespo e mussola

Delle sottogonne in cotone

Un paio di pantofoline color prugna

Nastro bianco per acconciarsi i capelli

A me un vestito e un paio di sottogonne

Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. Così siamo sicuri di non sbagliare, quando sarà il giorno di incontrare Madame La Ghigliottina. Questo mi hanno detto appena entrata.

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Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. io cameriera della MIA REGINA parte 1

Nemmeno uno specchio ci permette di sistemarci al meglio.

Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. Le hanno permesso di vestirsi in maniera adeguata (vesti a lutto, data la Sua vedovanza). Per me è stato un onore vestirla.

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A Versailles, a noi piccole cameriere… io cameriera della MIA REGINA parte 1

A Versailles, a noi piccole cameriere non era concesso. Sua Maestà era vestita dalle alte dame della nobiltà.

Potete immaginare la mia tensione quando le tendevo il corsetto, non volevo farle male. La Mia Regina spesso perde sangue. Che emozione quando le ho passato le varie gonne e sottogonne, con relativo guardinfante. Tremo ancora quando ai suoi piedi le regolavo la caduta della biancheria. Una volta pronta era ancora Lei la Mia Regina. Son tornata con la mente a Corte, quando toccare le vesti della Mia Regina per lavarle era fonte di grandissima emozione.

 

Ripenso anche alle confidenze,

che io e la Sovrana qua ci scambiamo. Sua Maestà mi ha fatto l’onore d’informarsi su di me. Dove sono nata, se ho un marito, da quanto sono al Suo servizio.

io cameriera della MIA REGINA parte 1

Ripenso anche alle confidenze….. io cameriera della MIA REGINA parte 1

Ricorderò sempre quella notte, in cui Sua Maestà mi confidò con una voce straziata, dell’assalto che Lei e la Sua famiglia subirono alle Tuileries. I suoi capelli sbiancarono all’istante.

Pianse continue lacrime quando con voce sottile e singhiozzante mi raccontò come il popolo, le permise di vedere per l’ultima volta la sua Adorata Amica, la Principessa di Lamballe. Svenne quando vide la testa sanguinante della Cara Amica appesa a una lancia.

Madame La Reine, affacciatevi, abbiamo un trofeo per Voi”,

questo la folla urlava.

 

Sorrido invece ancora, quella volta che soffrivo per i problemi di noi donne e Sua Maestà nella sua immensa bontà, mi confidò.

“Figlia mia è arrivata la Génèrale Krottendorf”

così Sua Madre la Regina Maria Teresa d’Austria chiamava questo periodo. D’ora in poi anche per me arriva La Génèrale.

Non Le è concesso che un caffè per colazione, per pranzo o cena del pollo, verdura o brodo. L’unica concessione che le permettono è bere acqua minerale e non acqua della Senna, come a me e agli altri prigionieri.

Nella Sua immensa benevolenza, spesso concede anche a me di berla.

Gli occhi mi si rigano di lacrime

quando ripenso a Fan Fan il figlio dei Richard (i nostri carcerieri). Un frugoletto biondo con gli occhi azzurri entrò nella nostra cella. Sua Maestà cominciò a tremare e a coprire di baci il ragazzino. Tanto che i carcerieri si spaventarono e non lo portarono più!

io cameriera della MIA REGINA parte 1

Gli occhi mi si rigano di lacrime….. io cameriera della MIA REGINA parte 1

io cercai di dissuaderli in tutti i modi, è solo una donna che ricorda i suoi figli, comprendetela!

Non le è concesso nemmeno di ricamare, ma qui abbiamo trovato il modo di farlo. Sfiliamo i fili da quello che rimane della tappezzeria. Intrecciandoli, Sua Maestà crea delle bellissime giarrettiere.

Ogni tanto per dare un po’ di colore, ponevo dei fiori sul tavolino. Riuscivo ad averli dalla moglie del carceriere. Sapevo della passione di Sua Maestà per i fiori. Lei stessa me lo confidò. Poi me lo proibirono.

Leggere, è una delle poche cose che Le è consentito fare. Arrossisco ancora di vergogna, quella volta in cui la Mia Regina mi chiese di leggerle alcune pagine. Agitatissima sbagliai più e più volte le parole. Nella Sua immensa magnanimità Sua Maestà mi consolò.

Un rumore mi riporta alla realtà si sta aprendo il chiavistello.

La mia Regina è tornata…

 

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Mag 9, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

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ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Io credo nel rosa.
Io credo nel baciare, baciare un sacco.
Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie.
Io credo nell’essere forti quando tutto sembra andare male.
Io credo che le ragazze felici siano le più carine,
Io credo che domani sarà un altro giorno,
Ed io credo nei miracoli.

Audrey Hepburn

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Il colore più delicato… per i nostri sogni più belli. Una nuance rubata all’alba e alle pesche si posa sui nostri abiti. E sorpresa… da provare l’abbinamento con il rosso fragola.

Ragazze che effetto!!!

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Nelle prossime settimane devo uscire

per alcuni appuntamenti pomeridiani di lavoro e serali di cuore. Dò allora una controllata rapida al guardaroba; nonostante sia pieno, in particolare di gonne e abiti, pochi pantaloni, dico la classica frase, il dilemma eterno per noi donne.

“Uffa non ho niente da mettermi”

e qui nascono le naturali paturnie. Dopo attenta riflessione, decido: mi servono gonna, camicetta e forse anche scarpe.

Il mattino successivo, shopping nelle vie del centro città: dopo ore e ore di ricerca infruttuosa torno a casa sconsolata. Tante proposte ma nulla che mi ha fatto scattare la molla per acquistare.

<em>Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure....</em> ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure…. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Demoralizzata chiamo Francy, la nostra esperta fashion.

“Rosa, rosa e ancora rosa in tutte le sue nuance, e se vuoi osare accostalo al rosso. Comunque quando vai a far dello shopping chiamami”.

Detto fatto, un pomeriggio libero e tutte e due le girls iniziano le ricerche.

Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure una camicetta a fiori con un colore rosa più tenue e scarpe tacco 11 sempre rosa.

Allora Francy aveva ragione, la primavera sarà rosa, rosa, rosa…

 

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Shocking, soft, confetto, pastello, caramella o ciclamino.

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero.

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

In qualsiasi sfumatura lo si declini lo slogan è ormai questo. È innegabile, questo colore che può essere al tempo stesso femminile e ironico, signorile e fanciullesco, fiabesco e metropolitano, ha ormai conquistato uno spazio di rilievo nel guardaroba delle donne. Alcune lo adorano per la sua soave attrazione, altre pur subendone il fascino non riescono a farlo totalmente proprio per l’evidente associazione allo stile di Barbie. Turbe dell’infanzia che hanno tutte o quasi può essere! Gli stilisti ora più che mai però lo trovano irresistibile.

stranamente pacato Versace ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

stranamente pacato Versace ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Dalle sue naturali palette prendono le tonalità più graziose e sofisticate trasferendole su abiti e accessori. Il rosa dei giardini, del cielo all’alba o quello  che ci portano i nostri orti con sapore di pesche o lampone.

Grintoso lo rende Moschino, stranamente pacato Versace, seduttivo Dolce&Gabbana, di un elegante rigore Giorgio Armani, fino a Trussardi che in rosa principesco ha vestito Michelle Hunziker al recente Festival di Sanremo.

Questo colore ha sempre vestito donne dotate di grande fascino e personalità.

indossava un tailleur rosa di Chanel ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

indossava un tailleur rosa di Chanel ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Impossibile non ricordare pure in questo contesto leggero e spensierato Jacqueline Kennedy che il 22 novembre 1963, giorno dell’assassinio di suo marito John, presidente degli Stati Uniti d’America, indossava un tailleur rosa di Chanel accompagnato dal cappellino a tamburello abbinato. “L’abito che resterà per sempre nella coscienza storica dell’America” così è ormai riconosciuto.

Per la primavera, l’abbinamento più chic: fashion+tradizione un ossimoro cromatico strong e cosmopolita, rosa+rosso. Ovvero un connubio considerato da sempre tabù, ma che oggi si è trasformato in un must capace di donare una sferzata di dinamismo ed energia all’intera silhouette. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

 rosa+rosso. Ovvero un connubio considerato da sempre tabù, ma che oggi si è trasformato in un must capace di donare una sferzata di dinamismo ed energia all’intera silhouette. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Facendo ancora un salto a ritroso nella storia, impossibile non citare la designer Elsa Schiapparelli, che in modo inequivocabile contribuì all’affermazione di questo colore con la sua versione più accesa.

Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA.

Nel 1936 la sua originalità fu premiata, la stilista realizzò un profumo chiamato Shocking de Schiapparelli con un packaging esterno in rosa acido. Sul flacone era scolpita la forma del busto di Mae West (attrice di quei tempi famosissima e assidua cliente della maison Schiapparelli) rappresentando così una nuova proiezione della femminilità che poi fu trasferita anche per le sue creazioni di abbigliamento. La fragranza ebbe un enorme successo. Il rosa, appositamente creato per il contenitore, divenne una tinta con un nome preciso “rosa shocking” ancora oggi tanto in voga. La ragione: non è difficile da capire. Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. Bionde, more o rosse. Attenzione però signore quando vira al beige, non sempre ci dona specie se abbiamo una pelle chiara con occhi di ghiaccio.

Lo sa bene Sarah Jessica Parker,

una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

che uso quest’outfit già nel 2011, al David Letterman Show, quando per un’intervista decise di stupire il pubblico con una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink. Un contrasto, fortissimo e super glam che non passò inosservato! Da allora l’accostamento delle due tonalità non ha più fatto storcere il naso soprattutto tra le millenials. Possiamo quasi dire ormai che è diventato d’obbligo per una donna che ama seguire le tendenze. Certo, è per chi vuole osare, ma è quasi impossibile non farsi contagiare dalla vitalità di questa coppia cromatica. Iniziate a provarla su un accessorio o una borsa se non siete convinte. Da abbinare al jeans (un passe-partout), al nero o al bianco (eleganti). L’effetto buonumore è garantito. Perché come sostiene Miley Cyrus: “Il rosa non è solo un colore, è anche un atteggiamento!”. Positivo, incisivo, contagioso. Insomma, vale la pena vivere la vie en rose.

 

 

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Mar 21, 2018 - Icone Moda Audrey Hepburn    Commenti disabilitati su AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

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AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

audrey_hepburnLa semplicità e la verità sono le sole cose che contano veramente. Vengono da dentro. Non si può fingere.

Audrey hepburn

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Ti chiedo umilmente scusa CARA AUDREY, mi ero completamente dimenticata della seconda parte del tuo post.

ORA PROVVEDO SUBITO

Cosa me l’ha ricordato!

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Il film “Colazione da Tiffany”, purtroppo stava finendo. AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Una notte insonne.

Erano ormai le prime luci dell’alba e ancora mi rigiravo nel letto. Nervosa e agitatissima decido di alzarmi e prepararmi una tisana o qualcosa di simile. Metto la vestaglia e mi avvio in cucina. Accendo il televisore mentre preparo la tisana, saltellando nel frattempo tra un canale e l’altro.

Di notte spesso ci sono in programmazione i vecchi film classici che io amo follemente. Assonnata, per meglio dire completamente rimbambita, iniziavo a bere l’infuso e con il telecomando cercavo i canali di Capri TV, spesso questa emittente la notte ha questa programmazione.

Care Amiche/i se soffrite d’insonnia e amate i classici, questo è il nostro canale.

Ed ecco che mi appare Lei!

La mia Audrey!

Il film Colazione da Tiffany”, purtroppo stava finendo. Terminata la visione, più rilassata sono tornata a letto.

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

ora sono qui, in gonna camicetta e tacco 11 a rimediare alla mia mancanza AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Un paio d’ore di sonno e ora sono qui, in gonna camicetta e tacco 11 a rimediare alla mia mancanza.

Sono le 05,30

 

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ P. 2

 

Il cinema non rappresenta più la sua priorità, nonostante le sollecitazioni dei più grandi produttori.

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Il cinema non rappresenta più la sua priorità AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Givenchy la raggiunge spesso per una dolce vita nella capitale: «lei abitava nell’appartamento della contessa Volpi. Si danzava sulle note di “Volare”, si cenava all’Osteria dell’Orso, …. “E’ stato molto divertente”.
La coppia acquista subito una casa nel quartiere Parioli.

Un anno dopo nasce Luca. Questa diventa la sua priorità. Lo stesso Luca racconta: «Ciò che le importava di più, poiché aveva dovuto interrompere gli studi a causa della guerra, era che noi fossimo bravi a scuola. Lei ormai non si vedeva più come un’attrice. Io andavo al liceo francese”. Quando come tutti, ho cercato di trovare un piccolo lavoro per avere qualche soldo in tasca, lei ha messo il veto»:”Nessuna domanda! Tu dimentichi! Il tuo lavoro sono i tuoi studi. Io non ho avuto quest’opportunità. Ho lavorato affinché voi la possiate avere. Ripassa o riposati“, se hai del tempo. «A malincuore accettai»

Audrey spesso racconta ai figli, il terrore

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La madre olandese era una baronessa Ella Van Heemstra. AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

e le privazioni subite durante la guerra, ma senza essere noiosa. Nata in Belgio, da una famiglia benestante. La madre olandese era una baronessa Ella Van Heemstra. Durante l’occupazione tedesca, perderà tutto. Parte della sua famiglia olandese è deportata. Suo zio e suo cugino sono fucilati come “nemici del Reich”.

Il padre, Anthony Ruston, un irlandese capriccioso, la abbandona quando la piccola Audrey ha solo sei anni, traumatizzandola per tutta la vita. Lei stessa ha ammesso di non aver mai superato il trauma.”. Avevo disperatamente bisogno di mio padre”. Contrariamente a lei che, a undici anni lavora per la resistenza nell’Olanda occupata, il padre non si distingue per eroismo; anzi si arruola in un partito di estrema destra avvicinandosi chiaramente al nazismo… nel 1964, Audrey ritroverà il padre a Edimburgo.

Senza mai più rivederlo, gli invierà un assegno ogni mese, fino alla morte avvenuta venti anni più tardi.

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La ricordo, con le sue amiche, Doris e Capucine AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Così era Audrey Hepburn: una donna generosa, discreta, un dolore silenzioso e un’attenzione costante per gli altri. Nella sua casa di Tolochenaz, dove è deceduta, riceveva gli ospiti divinamente. Doris, una delle sue più care amiche ricorda: «Aveva un senso rigoroso della tradizione, un’argenteria superba e, credetemi, c’era ciò di cui si aveva bisogno nel piatto! Ricordo di cene pasquali con deliziosi cesti pieni di uova colorate, di fiori e di dolciumi».

Luca volentieri ricorda quando sua madre preparava una «meravigliosa torta al cioccolato molle, della Madelaine o anche una salsa al caramello con cui ungeva le palline di glassa. Lei adorava la glassa. La ricordo sul divano, con le sue amiche, Doris e Capucine, mentre si confidavano i successi delle loro ultime scoperte culinarie, o sorseggiando due dita di whisky con la sua tavoletta di cioccolato! » Per non parlare dei piatti all’italiana, che padroneggiava alla perfezione.

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICIT

AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

Fu a causa di minacce di rapimento in Italia

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Finalmente ebbe anche Lei un po’ di serenità AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

che ritornò a Tolochenaz nel 1986; ma anche perché delle foto di suo marito in dolce compagnia comparirono sulla stampa. Finalmente ebbe anche Lei un po’ di serenità e un vero successo coniugale con Robert Wolders, un attore olandese che la accompagna fino alla fine della sua vita. Dal 1987 si prodiga per l’Unicef, percorrendo le zone più povere d’Africa, andando in pericolosi piccoli luoghi caratteristici con Roberto sempre al suo fianco. Benevolo, attento, preoccupato di vederla spendersi tanto. Instancabile, faceva delle conferenze e si rivolgeva ai capi si stato.

Ancora Luca dice: «La vedevamo molto stanca, le chiedevamo di riposarsi» Ma lei rispondeva: “No, questo non è un hobby. Io vi ho cresciuto e non è stato facile. Adesso altri bambini hanno bisogno di me”. «Lei ha cominciato quando avevo 17 anni, è morta che ne avevo 23».

Nell’agosto 1992. Di ritorno da uno dei suoi ultimi viaggi in Somalia,

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“Va bene, voglio ancora occuparmi dei miei bambini”.   AUDREY: UNO STILE UNA RIVOLUZIONE FATTA DI ELEGANZA E SEMPLICITÁ

dimagrita, si lamentava di dolori all’addome. I medici a Los Angeles le scoprirono un cancro al colon che progrediva velocemente. Dopo l’operazione, i chirurghi riunirono i bambini attorno a lei per annunciarle che le restavano tre mesi di vita. «Noi eravamo sconvolti” racconta Sean Ferrer. Lei sorridendo ci ha guardato: “Va bene, voglio ancora occuparmi dei miei bambini”. Era tutto così ingiusto pensavamo noi. Lei diceva: “No, è la natura”. Tornati a casa, le abbiamo organizzato un Natale meraviglioso, che non dimenticheremo mai. Ci siamo detti tante cose, talmente importanti… ~.

Chiamò anche Hubert de Givenchy al suo capezzale: continua Sean Ferrer «Era esangue, si nutriva pochissimo». Mi ha fatto scegliere uno dei suoi tre piumini. Ho preso quello color acqua marina. Lei l’ha stretto forte al cuore, poi l’ha teso verso di me: “Ecco, adesso tu sarai protetto” ».

10/03/18 Adieu Hubert

 

Ringrazio ancora Ludo per l’aiuto nella traduzione

Baci Tesoro e grazie ancora

 

 

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PARTE PRIMA

 

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Feb 28, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

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DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA.
How to be a perfect lady     (Grace Kelly)

 

“La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni. La bellezza di una donna non risiede nell’estetica, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima.È la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra.” 

Audrey Hepburn

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA.

How to be a perfect lady

Pillole di femminilità dalla A alla Z  Parte 2

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CRITICATISSIMA?

Sono stata criticatissima tra le mie signore per il post precedente.

Donne si nasce Signore si diventa… P. 1

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

Scottata da tutte queste critiche, ho cercato aiuto nelle amiche del cuore DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

Chi mi ha dato della superficiale, chi della retrograda, chi addirittura mi ha catalogata come donna sottomessa e succube.

Scottata da tutte queste critiche, ho cercato aiuto nelle amiche del cuore.

Un gruppo di 4 ormai ex ragazze che cercano di condividere tra loro tutto quello che la vita riserva.

Preso allora il post precedente (da loro letto) e gli spunti per il nuovo, mi sono recata dalle girls una sera chiedendo aiuto.

Quello che riporto qua sotto è il frutto di una lunga chiacchierata prima serale, per finire in notturna, con una stesura a 8 mani.

Grazie ancora a tutte noi (Ludo, Francy, Marcella… belle)

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA.

How to be a perfect lady P. 2

 

n) Non saltate il pranzo: i pasti

Una tappa importante di socializzazione per vere signore. Cercate di scovare posticini sempre alla moda da frequentare con le amiche, oppure in casa provate nuove ricette invitando tutti intorno ad una bella tavola imbandita.

o) Ottimismo:

bisogna cercare anche sforzandoci di trovare sempre il lato positivo nella vita. Il nostro umore sarà così più sereno e ci predisporrà a essere più gentili con le altre persone.

p) Presentazioni:

s’inizia sempre dalla persona più importante preceduta dal titolo di maggior rilievo. Per l’uomo è d’obbligo alzarsi, mentre non è così per le donne. Una caduta di stile imperdonabile è dire “piacere”, basta semplicemente presentarci con il nostro nome e cognome.

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

Gianni Agnelli La Signora di classe   DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

p) Postura o portamento:

prendiamo esempio dalle nostre ave, grandi maestre dell’arte del savoir-faire. Le loro figlie imparavano sin dalla tenera età le regole fondamentali per stare in società. Iniziando dalla postura, il famosissimo libro in testa e sotto il braccio per avere camminate belle ed eleganti. Se non avete libri o tempo, immaginate di avere un filo che vi tira all’altezza del naso. Il collo dovrà essere sempre dritto, teso, così come la schiena. Vietato assolutamente un andamento dinoccolato e quando siete sedute mai tenere la testa tra le mani. Dovete sempre guardare dritto, con la schiena rigida, un po’ come una Statua della Libertà. Mai e poi mai dovete apparire sciatte, stanche come se aveste lavorato ore e ore sotto un sole cocente.

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

un filo che vi tira all’altezza del naso. Il collo dovrà essere sempre dritto, teso, così come la schiena    DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

q) Qualità:

il mantra da seguire. Più qualità e meno quantità. Scegliamo con gusto e cerchiamo materiali di prima scelta. Non importa se siano o no costosi i vestiti. Il semplice abitino di cotone da venti euro… va bene, purché sia scelto con cura. Anche per il cibo, comprate sempre verdure di stagione, buone e saporite, mai esagerare con piatti troppo complicati.

r) Rispetto e rispettabilità:

cercate di rispettate sempre il prossimo… anche quando esagera. Decorazioni natalizie orrende vicino al vostro balcone, stordite da una musica “salsa” tenuta a un volume troppo alto. Abbiate pazienza, otterrete rispetto e ammirazione. E vedrete alla fine ne varrà la pena.

s) Sorriso:

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

la nostra faccia non potrà andare in quella posizione perché troppo stanche o tristi, forzarlo. Non appena si sorride DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

anche quando si pensa che la nostra faccia non potrà andare in quella posizione perché troppo stanche o tristi, forzarlo. Non appena si sorride, s’inizia a sentirsi meglio e ed emanare un’aura di calma felicità. Inoltre, lo sapevate che si usano meno muscoli per sorridere rispetto ad aggrottare le sopracciglia?

t) Tavola:

evitate possibilmente di toccarvi i capelli (capito belle) e mettere i gomiti sulla tavola. Le posate. La forchetta, taglia uova, patate e verdure. Il coltello taglia il formaggio, mai con la forchetta. Il pane è spezzato con le mani, non con le posate. Terminata la portata non lasciare le posate a casaccio, tipo remi per intenderci. Sistematele in modo parallelo, effetto orologio 6.30/4.20. Se un ospite vi macchia la tovaglia fate finta di nulla. Cechov diceva “la buona educazione non è nel versare salsa sulla tovaglia, ma fingere di non accorgersene se qualcuno lo fa”. La padrona di casa deve controllare che non manchi mai pane o acqua. Al padrone di casa spettano consigli sul vino, controllando sempre che non manchi. Sempre lui servirà i liquori, mentre noi donne serviremo i dolci. Al ristorante, osservate bene il comportamento del vostro accompagnatore. Deve entrare prima lui, controllare il luogo, se va bene accompagnarvi alla sedia, facendovi accomodare. Se non lo fa, cambiate cavaliere! Alzino la mano, le fortunate che hanno un uomo così!

u) Umorismo:

questo è difficile, perché o siamo nate così, o non lo possiamo costruirlo dal nulla. Ma possiamo provarci, leggendo libri di satira o cercando di trovare il lato divertente, o grottesco, delle cose. Impariamo tutte a prenderci in giro, sempre. Io lo faccio quotidianamente.

DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

si può rimanere composte e pudiche anche con l’entusiasmo e l’eccitazione per la vita che ci brucia dentro. DONNE SI NASCE… SIGNORE SI DIVENTA. How to be a perfect lady

v) Vitalità:

bella la vita, vero? L’energia è un bene fondamentale, ma si può rimanere composte e pudiche anche con l’entusiasmo e l’eccitazione per la vita che ci brucia dentro.

z) Zzz:

le signore agiscono sempre lentamente, ma in modo efficace. Ogni movimento sembra essere rallentato alla moviola. Non bisogna mai aver fretta, e assolutamente è vietato ogni tipo di ritardo. E’ complicato lo so, ma una vera signora non si affanna mai.

E allora… grazie ancora ragazze e Buona fortuna!

 

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Gen 25, 2018 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Pagina Prova b BENESSERE E SALUTE

 

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante: Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

 

1454708835-5-cocktails-non-alcoolises-sex-and-the-city-cocktails-tplmoms-e1417178914192La vita non sempre corrisponde alle tue fantasie, per questo hai bisogno di amicizie vere per affrontare il tutto!

da Sex and The City

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante:

Una un po’ insicura, l’altra tanto in gamba… Piccolo racconto semiserio alla scoperta dell’anima femminile, anche quella più nera e perfida.

Spunto: chiacchiericcio, riviste, rete.

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Laura ed io ci conosciamo dalle scuole elementari,

ed è da allora che siamo inseparabili. Mi ha insegnato tutto su come comportarmi, sia in pubblico, sia in privato.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Mi ha insegnato a farmi la ceretta e a pronunciare il mio nome senza ansie e timori. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Devo ringraziare lei se sono cassiera, con funzioni anche di riordino in un grosso supermarket cittadino. Non ci sarei mai riuscita se fossi stata sempre la piccola provinciale baffuta e balbettante che ero. Mi ha insegnato a farmi la ceretta e a pronunciare il mio nome senza ansie e timori.

Grazie a lei so tutto sulle storie d’amore, cose che non avrei mai scoperto se avessi dovuto sperimentarle di persona. Quando sono stata corteggiata, lei si è sempre accorta che il mio pretendente non era adatto a me. In alcuni casi si è offerta di provarlo al posto mio, poi nei dettagli mi ha descritto tutte le prestazioni.

Proprio una cara Amica. Per questo sono contenta che ora lavori con me.

Ogni mattina passa e mi dà consigli.

“Con gli occhiali saresti più carina”

Ogni mattina passa e mi dà consigli. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Ogni mattina passa e mi dà consigli. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

 Io puntualmente eseguo.

Allora lei mi rende interprete principale del suo delizioso scherzetto.

“Tesoro con quegli occhiali sembri un panda con il pelo in fiamme”.

“E perché ho i capelli rossi Risata generale.

Spesso mi dà preziosi consigli. Un paio di giorni fa.

“Cara porti abiti troppo larghi” “Capelli troppo rossi” “Hai un bel corpicino indossa cosine aderenti”.

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero e damascato sul petto. La mia quarta di reggiseno esplodeva in tutto il suo splendore. Ho infilato anche una panciera.

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Ero come in apnea, ma dovevo resistere. Il capo mi ha chiesto del mio strano colore, stavo diventando lilla.

Poi… ho perso i sensi.

Appena ripresa… la mia cara Amica era lì.

“Mia Cara il corpo deve poter respirare” sollevando le braccia “tutto deve essere in armonia con il mondo”.

Subito corro in bagno e tolgo reggiseno e panciera. Per tutto il pomeriggio il mio bel corpicino tracimava dall’abito stretch.

Da allora ho cominciato a provare vari out-fit. Gonne lunghe, pencil skirt, pantaloni, abiti. Spendendo in marchi in e optando per stili differenti fra loro.

Laura ha detto

“troppo tozza, troppo raffinata, troppo grassa, troppo magra, troppo epistemica o troppo strobica.

Le ultime due proprio non le ho capite!

Per compiacerla ho infilato nel cassetto la mia bandiera pacifista.

“Sei una smidollata, devi essere più aggressiva, grinta ci vuole ragazza”.

L’indomani mi presento in tailleur da donna in carriera. Decisa vado dal capo.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

L’indomani mi presento in tailleur da donna in carriera Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

“Lei non può trattarmi cosi!” Così come mi risponde.

Riporto il mio tailleur alla cassa. Sarebbe troppo complicato ricordargli la scenata che mi aveva fatto due settimane fa.

Subito Lei

“La solita rinunciataria”

Non mi arrendo, la giornata seguente sempre vestita da donna in carriera, appena arrivata, mi fiondo in bagno e provo e riprovo allo specchio per esercitarmi.

Alla prima occasione me la sono presa con Genny una mia collega. Lei si è messa a piangere.

La cara Amica.

“Il tempo delle donne aggressive è finito”! Occorre essere dolci e riconciliarsi con il proprio Io femminile.

“Dove è finita la deliziosa ragazza che conoscevo?”

Le ho risposto “Non so proverò a cercarla”.

A casa cerca che ti cerca ho trovato un’altra me.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Subito è corsa a sistemarsi: potenza della suggestione Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Stamattina al lavoro, appena lei si avvicina.

“Cara ti sta colando giù il trucco”.

Subito è corsa a sistemarsi: potenza della suggestione! Ha già funzionato per ben otto volte.

Il Capo mi ha chiesto, perché Laura è sempre in bagno. Non lo so ho risposto, aggiungendo che si dice Toilette.

Poi… ho tolto dal cassetto la mia bandierina pacifista. Noi smidollate pacifiste alle volte abbiamo risorse insospettabili…

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Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

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Dic 28, 2017 - Cinema Vanity    Commenti disabilitati su SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

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SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

 

eve-merriam-promotional-brochure_courtesy-of-schlesinger-library_700pxIo sogno di dare alla luce un bambino che chieda: “Mamma, che cosa era la guerra?”

Eve Merriam

 

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8 di sera

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Camicia da notte e vestaglia. Un bagno rilassante e ristoratore. Giornata parecchio impegnativa. Accendo la tv che noia! Inutile zapping. Penso una tisana rilassante e a nanna.

Squilla il cellulare. Annoiata, rispondo. “Pronto”

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“Ciao belle, sono Antonio”. “Oggi ho incontrato la Francy, mi ha dato il tuo numero… verresti a cena con me domani sera?” (diretto il ragazzo)

Prendo tempo! “Come stai è parecchio che non ci vediamo?” Intanto cerco di ricordarmi.

Un flash! Antonio, l’avevamo incontrato a teatro io e Francy, stava con amici comuni. (Francy era in pigiama)

Simpatico, ricordo. Accetto, ringrazio, dopo essermi accordata sull’orario, saluto e riattacco.

Una piccola premessa, io e il cellulare non abbiamo una grande intesa, anzi per meglio dire il nostro rapporto è pessimo. Spesso lo dimentico, non guardo mai i messaggi, il più delle volte è spento.

Diamo allora una controllata. Messaggio vocale della stessa Francy.

“Ciao Zita, forse è la volta buona?”

Preparo la tisana, ecco iniziano le paturnie. Ho fatto bene o era meglio declinare gentilmente l’invito.

Sempre meglio della solita serata tra amiche. È tanto che non esco sola con un uomo. Subito mi viene a mente la pubblicità, penso quella della Philadelphia. La situazione mi sembra la stessa.

Così io e la donna della pubblicità piene di dubbi e ansie andiamo a dormire.

Appena sveglia. Oddio cosa metto!

Neanche il tempo di pensarci squilla il telefono, è Ludo. “oggi sono da te con mia figlia, ti facciamo bella vedrai”.

Mi sento sempre più Philadelphia’s woman.

Lavorando a casa, trascorro la mattinata tra lavoro e prove di vari out fit.

Alla fine scelgo gonna marroncino chiara, (nuova appena acquistata) camicetta stile 800 a colori tenui pastello, piccolo giacchino giustacuore, decolleté tacco 11 e soprabito chiaro.

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Dress belle uscita SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

Passerò l’esame di Ludo e figlia? Esame passato. Truccata da loro, la Philadelphia’s woman è pronta.

Il mio cavaliere arriva puntualissimo. Cena gradevolissima, piacevole compagnia.

Dopo cena, locale, disco o film?

Amante dei buoni film, opto per quest’ultimo. Un bel film romantico in coppia e poi chissà… la mia mente da buona romanticona vecchio stampo inizia a fantasticare.

“Vado a incipriarmi il naso tesoro, tu intanto acquista i biglietti “.

Mentre mi sistemo il trucco, penso, è una multisala spero di vedere un bel film romantico o sentimentale, li adoro.

Esco fiduciosa.

Mi porge il biglietto, passiamo davanti a diverse sale con film romantici, sentimentali o commedie niente! Arriviamo in fondo all’ultima sala, vedo il poster.

 

DUNKERQUE!!! Un film sulla guerra!!!

“Sai belle, sono appassionato del genere, non sono riuscito a vederlo pensavo di averlo perso. Appena ho visto la locandina, non ho resistito…

SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

Un film sulla guerra!!! SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

Spero non ti dispiaccia, so che a voi femminucce è un genere che non piace”.

 

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Da Brava Signora SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

Philadelphia’s woman dentro ribolliva. Cena gradevole, passeggiata anche, nonostante il freddo.

In sottana, calze 15 denari e tacco alto non vi dico gli spifferi. Però per un bel film questo e altro. Ma uno sulla guerra… proprio no mio caro!

Questo il pensiero, da brava signora:

“Non ti preoccupare è un genere cha anche a me non spiace” mai visto un film sulla guerra o almeno non ricordo.

Sorpresa delle sorprese l’ho apprezzato, anzi per meglio dire mi è proprio piaciuto…

Sara stata la piacevole compagnia…ma ho apprezzato un film sulla guerra.

DA NON CREDERE!!!

 

TRAMA

SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

1940 L’esercito nazista sferra la prima grande offensiva contro l’occidente. Le truppe inglesi e alleate si trovano bloccate a Dunkerque in Francia chiuse in una sacca. L’unica salvezza è la Manica. 400.000 soldati sono sulla spiaggia in attesa di soccorso. Piano piano vengono portati per 50 miglia via mare verso casa; ma le navi e le risorse non sono abbastanza e il nemico continua ad avanzare.

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Il film si sviluppa così in tre diverse situazioni con tempistiche differenti. Una settimana per i soldati sulla spiaggia in attesa di potersi imbarcare. Un giorno per i cittadini che con le loro imbarcazioni corrono in soccorso di questi ultimi. Un’ora per i piloti che cercano con i loro aerei di proteggere la ritirata tenendo a bada il nemico nei cieli.

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Linizio almeno nel mio caso mi ha creato un certo sconcerto, ma appena entrata nelle dinamiche del film, tutto è stato un crescendo sia in termini di pathos, sia d’intrecci di situazioni che mi hanno portato a restare avvinghiata alla poltrona senza più curarmi di quello che avevo pensato nella mia mente prima dell’inizio della proiezione.

Il tutto supportato da una colonna sonora fantastic:a. L’inizio. Un continuo ticchettio scandiva il passare del tempo, lasciandomi esterefatta. Seconda parte. Un crescendo di archi e pianoforte ad altissimo contenuto emotivo. Ve lo giuro Care Amiche il cuore mi batteva forte forte.

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Oltre alla perfetta colonna sonora, alcune inquadrature sia aeree sia marine erano veramente da mozzare il fiato.

Il nemico. I nazisti praticamente non si vedono: Le scene violente. Ridotte al minimo. Tutto è basato sulla suspense. L’orrore e il costante pericolo sono vissuti in maniera ovattata, lasciando sempre lo spettatore in una costante tensione.

400.000 uomini e una nazione intera che vivrà la ritirata non come una condizione di sconfitta, ma come presupposto per una futura rinascita; bellissime e commoventi alla fine del film le scene dei brindisi tra la popolazione e gli stessi soldati.

Una chiara esemplificazione per tutti noi esseri umani a mai demordere, a sperare sempre che una disfatta, in futuro si possa trasformare in vittoria.

Non importa come si cade, importante è rialzarsi sempre.

 

P.S. la serata è poi proseguita… se son rose, fioriranno…

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Se son rose fioriranno SARÀ STATA LA PIACEVOLE COMPAGNIA… ma ho apprezzato un film SULLA GUERRA!

 

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Dic 6, 2017 - News Vanity    Commenti disabilitati su SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

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SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Oriana-Fallaci“La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.”

Oriana Fallaci

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Chiacchierando una sera in compagnia, mi accaloravo più di altre a difendere le donne

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da alcuni pregiudizi tipicamente maschili. La disputa in particolare tra me e il marito della Ludo si stava sempre più innalzando, sia in termine di decibel, sia a rischio colluttazione. Il resto della compagnia per fortuna via via ci ha distolto dalla nostra vivace contesa.

Da brava Signora mi sono scusata sia con il marito, sia con gli altri per questa mia mancanza di stile. Lo stesso ha fatto lui.

Ritornando verso casa ero in macchina proprio con Ludo e suo marito. Ovviamente abbiamo parlato di tutt’altro. Arrivata, scendo e li saluto. Bacio lei e stringo in modo amichevole la mano al marito, che con mia sorpresa mi dice:

“CIAO SUFFRAGETTA”.

Mentre mi spogliavo per indossare la camicia da notte, questa parola mi ronzava continuamente in testa. Prima di addormentarmi, decido domani… ne devo sapere di più! Qualcosa so, ma voglio approfondire, poi… sono caduta tra le braccia di Morfeo.

CHI ERANO LE SUFFRAGETTE?

Donne che hanno permesso a tutte noi, grazie alle loro lotte, alla loro partecipazione civile, di avere dei diritti inalienabili, come quello di voto.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Le abbiamo immaginate a lungo e ingenuamente come nel film ”Mary Poppins”, un gruppo sparuto di gentili borghesi che bevono Tè e sfilano gioiose dentro le loro camicette bianche impreziosite con fiori freschi e fasce di seta sul petto.

Niente di più falso, erano un piccolo esercito armato di operaie. Pronte a sabotare le loro città, a infrangere vetrine a colpi di pietra e a collocare anche bombe. Questa è la vera storia del movimento delle suffragette “, che la stampa dell’epoca si guardò bene dal raccontare, e ancora oggi per la scuola è un argomento molto ostico da affrontare.

Emmeline Pankhurst SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Emmeline Pankhurst SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Tutte, sempre a fianco di Emmeline Pankhurst, la fondatrice del movimento: Donna carismatica e ricercata a capo della Women’s Social and Political Union. Solidali e militanti le suffragette combatterono per i loro diritti e per il diritto al voto. Completamente ignorate dai giornali, che temevano la censura governativa e i relativi strali, dai politici che le ritenevano inette e instabili. Decidono unite di passare alle maniere forti. Boicottaggio delle linee telegrafiche, pietre contro le vetrine, bombe in esercizi governativi (ma rigorosamente vuoti), sciopero della fame. Tutto è lecito per la causa. Dare alle donne nuovi diritti, e permettere alle stesse di uscire da quel limbo che la società le confinava. Diritto all’eguaglianza, a un pari salario, fine alle molestie sessuali cui erano continuamente sottoposte. Tutte queste rivendicazioni scossero l’opinione pubblica d’inizio secolo. La repressione fu durissima, furono picchiate, imprigionate e sottoposte a continue vessazioni.

Famoso, il caso di Emily   Davison, che per attirare l’attenzione, non esitò a gettarsi sotto il cavallo del Re Giorgio V per guadagnare l’attenzione dei media.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Emily Davison, che per attirare l’attenzione, non esitò a gettarsi sotto il cavallo del Re Giorgio V SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

 

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Donne ordinarie che hanno incarnato l’avanguardia del cambiamento in grembiule o gonne lunghe. Dopo anni di campagne pacifiche che però sono costate morte e violenza, il continuare a ripetersi di promesse mai mantenute, il movimento adotta una scelta violenta, sempre però in maniera femminile, senza cercare di provocare morti inutili. Le loro bombe sono messe in sedi di rappresentanza, ma rigorosamente vuote. Questa violenza o pseudo violenza, dove ci ha portate? Alcuni esempi, il diritto al voto in Gran Bretagna data 1918 (in maniera incompiuta). Da noi ben ventisei anni dopo. In Arabia Saudita 2015. Penso però che se tutte noi, viviamo in una società un po’ più paritaria, un enorme grazie, lo dobbiamo rendere a queste signore o signorine.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

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Suffragette’s Style

Il viola rappresentava la lealtà e la dignità, il bianco la purezza e il verde la speranza. Le militanti erano invitate a vestire di quei colori “come un dovere e un privilegio”.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

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Le suffragette lo sapevano, moda, femminismo e politica sono sempre stati temi caldi. Queste donne, hanno assecondato la strategia del rovesciamento, anziché usare quella del rifiuto. Cambiare non cambiando la moda e i suoi ideali di femminilità, anzi conformandosi a questi. Combattevano lo stereotipo della donna forte nei panni maschili che spesso era rappresentata all’epoca, preservando la loro immagine di femminilità ed eleganza, nonostante le lotte.

Fecero di tutto per mantenere il loro appeal femminile agli occhi dei media e attraverso il giornale Votes for Women, sceglievano anche la paletta dei colori cui i loro abiti avrebbero dovuto ispirarsi.

Suffragette oggi?

Pensiamo alle manifestanti di oggi, ai movimenti femminili

e ci rendiamo conto di quanto sia cambiato rispetto alla filosofia delle Suffragette. Ora si manifesta a seno nudo, come fanno le Femen. Oppure ci sono le Pussy Riot, il movimento femminista russo, che lotta in anonimato, dietro bataclava colorati.

Non sarebbe bello manifestare, come hanno fatto le Suffragette, indossando i nostri abiti di donne di sempre, quelli che usiamo tutti i giorni?

Le Suffragette insegnano, ancora fanno storia, non è come ci vestiamo o spogliamo che fa la differenza: sono le idee e le motivazioni per supportarle, quelle che contano.

 

P.S. Al marito di Ludo

Non so se intendevi offendermi o farmi un complimento. Ti voglio comunque ringraziare per avermi paragonata a queste donne.

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