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Nov 10, 2022 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Autostima e relazioni di coppia… (parte 2)

Autostima e relazioni di coppia… (parte 2)

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Autostima e relazioni di coppia… (parte 2)

Sarah DessenPer una volta hai creduto in te stessa.Hai creduto di essere bella e così ha fatto il resto del mondo.
Sarah Dessen

 

Ti critichi da anni e non ha funzionato. Prova ad approvare te stesso e guarda cosa succede.louise_hay1
Louise Hay

Autostima e relazioni di coppia… (parte 2)

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 ♥️  Le donne sicure di sé non cercano disperatamente rassicurazioni.

Una donna con un’alta autostima sa di essere amata e amabile. Principalmente perché ama se stessa. Ecco perché non ha bisogno di un partner che glielo ricordi ogni giorno. È qualcosa che sente e conosce intuitivamente. Quando sei insicura, hai bisogno di una costante conferma di essere amata e di provare risentimento se il tuo partner non te lo dà. Una donna con una bassa autostima incolperà il suo partner per averla fatta sentire insicura nella relazione. Potrebbe sforzarsi di più per cercare di compiacere il suo partner per guadagnarsi il suo amore. In alternativa, può trattenere il suo amore e il suo affetto per pareggiare i conti. Questo si manifesta come bisogno ed è un killer per le relazioni. Ha bisogno di rassicurazioni costanti e se non le ottiene, si scaglia e incolpa il suo partner per non averle fornite. Se non ti senti bene con te stessa, niente che il tuo partner abbia mai fatto sarà mai abbastanza. Finché non arrivi al punto in cui credi veramente di essere degna di amore, non crederai mai che qualcun altro possa amarti.

 ♥️ Le donne sicure scelgono saggiamente i partner

Una donna sicura di sé usa sia la testa sia il cuore quando sceglie un partner. Può valutare rapidamente se qualcuno è emotivamente stabile e può darle ciò di cui ha bisogno in una relazione. Sarà in grado di discutere la propria disponibilità emotiva per una relazione così come quella di un potenziale partner. Non lascerà che il suo ego s’intrecci troppo con le sue emozioni. Si assicurerà che il suo potenziale partner sia fondamentalmente compatibile a livello emotivo prima di essere troppo coinvolta. Allo stesso tempo, non sarà contraria a uscire con qualcuno che non è ancora emotivamente pronto per una nuova relazione. Guariamo tutti dalle relazioni passate a modo nostro e al nostro ritmo. Una donna sicura di sé sarà in grado di vedere quella data per quello che è e non costruire una fantasia “per sempre felici e contenti” attorno ad essa.

 

♥️ ♥️  Conclusioni:

Un concetto fondamentale che devi capire quando si tratta di relazioni è come si attrae e si viene attratti. Con questo intendo dire che una donna sicura di sé attirerà un’altra persona sicura di sé. Le persone insicure cercano inconsciamente relazioni con partner che le facciano sentire più insicure. Vorrà il partner non affidabile. Spesso questo accade a livello inconscio perché la donna insicura sente che se riesce a far cambiare il suo partner, allora sarà davvero degna e preziosa. S’innamora dell’immagine di ciò che vuole nel suo partner piuttosto che della persona reale di fronte a lei. Questo non funzionerà mai. Tutto ciò che finirà per fare è compromettere ulteriormente la sua integrità inseguendo la relazione.

Lo stesso vale quando ti lasci coinvolgere con un partner in una relazione nascosta. Non è tua responsabilità curarlo. Solo loro possono guarire se stessi quando sono pronti a farlo.  Questo vale tanto per le relazioni quanto per i commenti sul social media. Se non apprezzi te stessa, sarai sempre attratta da persone che non ti apprezzano. Le donne sicure di sé apprezzano e si accettano per quello che sono. Abbracciano il buono e accettano il non tanto buono dentro di sé. Inoltre, s’impegnano su se stesse per migliorare quelle parti non troppo positive. Di conseguenza, una donna decisa può attrarre partner di qualità. È in grado di connettersi a un livello reale e genuino che porta a una vera intimità e a una relazione sana.

 

P.S. Mi scuso per la traduzione è opera mia, la Ludo è di nuovo in vacanza. Ancora scusa50s

 

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Set 1, 2022 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente

L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente

sophia-loren-07“Il vestito di una donna dovrebbe essere come un reticolato: serve allo scopo ma non ostruisce la visuale.”

Sophia Loren

 

 

 

L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente

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L’abito qipao è per eventi e occasioni sia normali sia speciali. È stupendo, la seta si sente sensualmente e femminilmente sulla tua pelle.

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente hanno spacchi ai lati in modo da permetterti di mostrare gambe e tacchi….

 

Il qipao è un abito cinese tradizionale e formale in seta ricamata. Il colore più comune è il rosso.

L’abito qipao è tradizionalmente a maniche corte. Le versioni più recenti dell’abito hanno spacchi ai lati in modo da permetterti di mostrare gambe e tacchi. 

Vediamo insieme le origini e gli out-fit più cool per questa scelta elegante per un tuo prossimo invito a nozze o cena elegante.

 

Quali sono le caratteristiche di un abito Qipao?

Un qipao è un abito tradizionale cinese aderente e presenta un collo alto, uno spacco su uno o entrambi i lati e maniche corte. Conosciuto anche come “cheongsam”, il colore principale di questo vestito è il rosso e tende a essere piuttosto lungo ma ora sono disponibili anche versioni più corte.

Tradizionalmente, è realizzato in seta ricamata e presenta bottoni in raso o seta noti anche come “Pankou”, in cine31e165ab-c93a-438c-bf29-977b70c447d2.c818ea200e415ffccf8ae7bf13851917se. Molti abiti qipao hanno anche un’apertura sul lato destro che va dal collo fino appena sotto l’area delle ascelle. E lungo quell’apertura diagonale dove di solito troverai il Pankou!

L’abito qipao è cambiato negli anni e ora puoi acquistarlo in molti colori e tessuti. Alcuni abiti hanno maniche lunghe, collo basso o senza apertura e sono anche indossati come abiti da sposa al giorno d’oggi!

 

Quali sono le origini del vestito Qipao?

L’abito qipao ha una storia interessante che risale al XVI secolo. In realtà nacque come abito ampio indossato dagli uomini in Cina chiamato “Chang Pao”. Le donne allora non potevano vestire un Chang Pao, dovevano invece indossare abiti a due pezzi!

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente    le donne abbandonarono le vesti e gli abiti a due pezzi…

Le cose cambiarono dopo la Rivoluzione Xinhai del 1911, quando la dinastia Qing fu rovesciata e la Repubblica di Cina fu fondata nel 1912.. L’umore tra la gente stava cambiando.

Dal 1916 circa fino agli anni ’20, nacque un movimento chiamato “New Culture Movement” in cui studiosi e altri intellettuali sfidavano la cultura tradizionale cinese e spingevano per una nuova simile a quella occidentale. In questi anni per la prima volta venne permesso alle ragazze  un tasso d’istruzione primario. Fu anche proibita la fasciatura ai piedi che tanta sofferenza aveva provocato alle donne nei secoli precedenti. Come conseguenza, le signore abbandonarono le vesti e gli abiti a due pezzi e iniziarono a indossare una prima versione del qipao!

Il qipao divenne poi popolare, soprattutto tra la popolazione di Shanghai e nel 1929 divenne ufficialmente l’abito nazionale della Repubblica Cinese.

Quale figura/forma del corpo è più adatta a un abito Qipao?

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente     L’abito stesso ha la stessa forma a causa della vita stretta….

Le donne clessidra sono le più adatte a indossare questo vestito. L’abito stesso ha la stessa forma a causa della vita stretta. Anche le forme del corpo a rettangolo e triangolo invertito possono sembrare favolose in questo vestito poiché la vita stretta può aiutare a dare l’illusione dei fianchi.

Le forme del corpo a pera e mela o quelle con busto e fondoschiena prominenti possono trovare difficile vestire un abito qipao in stile tradizionale che si adatti bene e si abbini al loro corpo. Questo perché l’abito è aderente, non è elasticizzato e potrebbe essere difficile nascondere le aree che non si vogliono mostrare. Per aggirare questo problema, cerca un abito qipao moderno con una gonna svasata, oppure scegli un abito su misura in modo che sia specificamente adattato alla forma del tuo corpo.

 

Etichetta: quando puoi indossare/non indossare il tuo vestito Qipao?

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente       poiché quello è il colore per la sposa!

Un abito qipao in stile tradizionale non è qualcosa che s’indossa tutti i giorni. È un bellissimo vestito che ti da un certo charme: perciò dovrebbe essere davvero portato in eventi speciali o in serate di feste/eventi formali. Per esempio, a capodanno, a una cena in un ristorante alla moda o partecipando alla prima di un film, in questi contest un vestito qipao è una scelta adorabile ed elegante. Puoi anche indossarlo a un matrimonio, ma ricordati mai rosso, soprattutto se stai partecipando a un matrimonio cinese poiché quello è il colore per la sposa!

Alcune persone indossano varianti di questo vestito casualmente ai festival o le indossano quando si travestono da personaggio per cosplay. Una cosa che probabilmente non dovresti fare è indossare un abito qipao a un funerale (sempre che non ti sia espressamente richiesto) o al lavoro. No, assolutamente non indossate mai questo vestito al lavoro!

 

Quali scarpe/borsa funzionano meglio con un vestito Qipao?

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L’iconico abito Qipao: l’indumento alla moda amato in Occidente   opta per una semplice pochette o una piccola borsa….

Le scarpe con tacco completano sempre molto bene un vestito qipao. Soprattutto se lo indossi con uno spacco o a due, così mostrerai le tue deliziose gambe e il tacco le renderà ancora più appariscenti. Il tacco non deve essere per forza altissimo, però, le décolleté kitten heels (tacco medio basso) stanno benissimo così come i tacchi a spillo. Le slingback a punta si adattano bene a questo vestito. I sandali con cinturino saranno anche belli da indossare quando fa caldo.

Se non ti piacciono i tacchi, le ballerine a punta possono andare bene, se indossi una variante moderna di questo vestito, le scarpe da ginnastica alla moda sono una scelta diversa ma interessante per un look casual.

Quando si tratta di borse, opta per una semplice pochette o una piccola borsa con manico decorativo. Evita borse grandi o con troppe decorazioni perché possono togliere a questo vestito piuttosto che aggiungere!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giu 1, 2022 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Autostima e relazione di coppia… (parte 1)

Autostima e relazione di coppia… (parte 1)

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Autostima femminile

 

louise-l-hayfeat-759x500“Solo se amiamo, accettiamo e approviamo realmente noi stessi, così come siamo, tutto andrà bene nella nostra vita. L’approvazione e l’accettazione di se stessi, qui e ora, sono le chiavi per arrivare a cambiamenti positivi in ogni aspetto della nostra vita.”
LOUISE HAY

“Nulla è più bello che l’unione di due persone dove l’amore è maturato attraverso gli anni, dalla piccola ghiandaVictoria_Josepha_Sackville-West di passione fino all’albero dalle grandi radici. Sopravvissuto a tutte le vicissitudini, e ricco con i suoi molteplici rami, ogni foglia conserva per sempre la sua dolce importanza ed unicità.”
Victoria Sackville-West

Autostima e relazione di coppia… (parte 1)

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Le donne che apprezzano la propria autostima fanno queste cose in modo diverso nelle loro relazioni.

 È uno scarso senso di autostima che intrappola così tante di noi in cattive relazioni ben oltre la loro naturale data di scadenza? Questo è ciò che potrà sabotare le nuove relazioni più e più volte?

Non sto dicendo che avere un buon senso di autostima garantirà una relazione felice. Quello che farà sarà proteggerti dal sentirti così devastata e rotta quando un legame finisce. Avere un senso di autostima significa sapere chi sei dentro e avere la forza di esprimerlo all’inizio di una storia senza temere il rifiuto su ciò che può o non può accadere. Non sto dicendo che essere una donna sicura di sé ti garantirà un rapporto felice. Quello che farà è permetterti di identificare ciò che vuoi e ciò che meriti di avere in una relazione.

Ecco dieci cose che le ragazze che apprezzano la propria autostima fanno in modo diverso nelle loro relazioni:

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 ♥️ Le donne sicure di sé non analizzano se piacciono al loro partner.

Una donna sicura di sé crede di essere degna d’amore. Non mette in dubbio come qualcuno si senta per lei. Sa di essere competente e adorabile. Il partner giusto sarà in grado di vederlo. Non è ansiosa o stressata quando non riesce a leggere chiaramente i sentimenti del suo partner perché il suo senso del valore non è legato a ciò che pensa il suo compagno. Presume che al suo partner piaccia e questo la libera dall’essere paralizzata dalla paura, dall’incertezza e dal dubbio.

♥️ Le donne sicure di sé sanno che una relazione può andare in pezzi e non essere colpa loro.

A volte due persone semplicemente non sono compatibili o semplicemente non si abbinano, non importa quanto ci provino. Questo non rende nessuno delle due persone sbagliate o cattive. Forse una connessione più profonda semplicemente non c’è. Un partner in alcuni casi non vuole/essere pronto per una relazione romantica e una donna sicura di sé non la prenderà sul personale. Essendo fiduciosa, sarà in grado di andare avanti con la sua autostima intatta. Una donna insicura va in spirale se il suo partner se ne va o minaccia di andarsene. Riprodurrà spesso ogni singola interazione in modo ossessivo per cercare di analizzare dove ha sbagliato. Si aggrapperà all’idea che è colpa sua e che è lei il problema. Questo porta alla convinzione distruttiva che lei non sia una persona degna d’amore.

♥️ Le donne sicure stabiliscono e mantengono sani confini

Quando una donna ha confini forti, significa che può dare la priorità ai propri bisogni emotivi e non farsi risucchiare dall’assumersi la responsabilità dei bisogni e delle emozioni di qualcun altro. Una donna sicura di sé sa cosa accetterà e non accetterà in una relazione. Non può sentirsi in colpa per fare cose che non vuole compiere. Agirà sempre in accordo con la sua verità interiore e ciò in cui crede. Quando si hanno dei limiti deboli, probabilmente ti metterai allo scoperto nella tua relazione. Questo di solito significa sopportare di essere trattati in un modo che sai essere oggettivamente inaccettabile. Una donna sicura di sé non abbandona parti di se stessa per avere una relazione. Porta tutta se stessa nella sua relazione e se il suo partner vuole qualcos’altro, o qualcosa di più, ha la sicurezza di andarsene piuttosto che compromettere i suoi valori. Una donna con confini sani non perderà tutta o parte di se stessa in una relazione. Non permetterà che la sua identità dipenda del tutto da come la vede il suo partner. Continuerà a mantenere la propria vita al di fuori della relazione senza rinunciare ai suoi amici, hobby o tempo per se stessa. Inoltre, ha la sicurezza di dire al suo partner in anticipo che i suoi amici, gli hobby e il tempo da soli sono importanti per lei e non sono negoziabili. Non abbandonerà parti importanti di se stessa o della sua vita per il bene di avere una relazione qualsiasi.

♥️ Le donne sicure di sé si fidano di se stesse e delle proprie decisioni.

Un elemento chiave dell’essere una donna sicura di sé è fidarsi di te stessa per fare le scelte giuste. Puoi farlo perché ti rendi conto che sei ben attrezzata per far fronte emotivamente se le cose vanno male. Una donna sicura di sé non mette costantemente in discussione le proprie azioni o si sente in conflitto sulla cosa giusta da dire o fare. Agisce in conformità a come si sente ed è a suo agio nell’essere con il suo io più autentico. Una donna con bassa autostima non si fida del proprio giudizio. non si fida del suo istinto e ha paura di sbagliare. Di conseguenza, tende a vivere la sua vita in un costante stato di ansia.

♥️ Le donne sicure di sé non si parlano né si esibiscono.

Una donna sicura di sé non ha bisogno di dire al mondo quanto vale. Al contrario, le persone insicure si sentono segretamente indegne. Sentiranno il bisogno di nasconderlo vantandosi dei loro successi. Una donna che si rivela gradualmente, staccando con cura gli strati nel tempo, è significativamente più attraente di una che si espone in modo esagerato. Quando ti senti veramente degna, non hai bisogno di dirlo alle persone, loro lo sapranno e basta. Un grosso errore che le donne insicure commettono nelle prime fasi degli appuntamenti è donarsi a un partner. Questo può sembrare del tutto innocente, ma deriva da un più profondo senso d’insicurezza e inadeguatezza. Tuttavia, una donna sicura di sé non ha bisogno di donarsi quando inizia a uscire con qualcuno. Invece, userà il processo degli appuntamenti per determinare quale partner è degno del suo tempo e affetto.

♥️ Le donne sicure di sé si assumono la responsabilità delle proprie azioni

Una donna sicura di sé accetta la responsabilità delle proprie azioni ed emozioni. Non biasimerà o mortificherà il partner se si sente infelice. Non lo accuserà di “farla sentire” inadeguata. Lei si rende conto che il suo tempo è una sua responsabilità. Non aspetterà in relazioni senza uscita, sperando che qualcosa cambi magicamente. Non incolperà i suoi ex per aver perso tempo. I suoi rapporti con i suoi ex le hanno dato l’opportunità di imparare qualcosa su se stessa come persona. Poiché si assume la responsabilità delle sue scelte, sia buone sia cattive, può usare gli errori come opportunità per crescere e diventare ancora migliore.

♥️ Le donne sicure di sé prendono la relazione per quello che è senza bisogno di etichette

Una donna sicura di sé si sente sicura nelle sue relazioni. Non ha bisogno di avere un titolo o un anello come una sorta di conferma esterna che la relazione esiste. È in grado di essere semplicemente presente nella relazione e lasciare che tutto si svolga in modo naturale, senza forzare o creare pressioni. Non sto dicendo che starà con un partner che non si impegnerà nel modo in cui mostra rispetto per lei e per la relazione. Lei è in grado di dare e ricevere liberamente nelle sue relazioni e, di conseguenza, non si stressa per le etichette. Sa solo che se è giusto, funzionerà. E se non è giusto, sarà in grado di tagliare e andare avanti.

♥️ Le donne sicure di sé non restano in cattive relazioni

Una donna in piena fiducia non rimane in relazioni in cui non si sente rispettata o apprezzata. Non sto dicendo che non si assumerà la responsabilità del suo ruolo nel successo o nel fallimento di una relazione. Quello che non farà è assumersi la piena responsabilità se una relazione non funziona e assumersi la responsabilità di cercare di risolvere il problema dando e facendo di più per un partner che non la rispetta. Una donna determinata non ha paura di andarsene quando qualcosa non funziona e il pensiero che potrebbe finire da sola non le passa mai per la mente. Ciò è particolarmente vero quando una relazione è nascosta. Può vedere rapidamente quando una situazione è dannosa o pericolosa e si muoverà immediatamente. Le donne insicure sopportano di essere trattate in modo inaccettabile, soprattutto perché sentono che è quello che meritano nel loro inconscio. Devi imparare ad apprezzare e amare te stessa. In questo modo puoi evitare di rimanere bloccata con chi non ti apprezzi veramente.

P.S. Mi scuso per la traduzione ma è opera mia, la Ludo è in vacanza. Ancora scusa50s

 

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Apr 6, 2022 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

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Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante

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C’è un’aura di tabù in una borsa chiusa. Ogni donna ha uno sguardo inquieto se qualcuno sbircia nella sua sacra privacy. Un uomo perbene dovrebbe sempre avere il tatto di fissare il soffitto quando la sua compagna  apre la propria borsa. E, naturalmente, dovrà concentrarsi su quel soffitto abbastanza spesso.
Anita Daniel

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

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Sono stata invitata a un pranzo di lavoro in uno dei più esclusivi ristoranti della città. Non c’ero mai stata. Molto eccitata ho iniziato i preparativi parecchie ore prima. Mi aggiravo per la casa in sottoveste e calze pensando cosa mettere.

 

Dopo diverse prove out-fit, alla fine ho trovato la longuette che mi piaceva. L’ho abbinata alla camicetta bianca con volant e giacchino in tinta. Vestita, mi sentivo a mio agio.

Borsa o borsetta?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante? Tutta in tiro ed eccitata mi avvio alla macchina e via…

Penso: la borsetta è più elegante; nella borsa però posso mettere la presentazione del cartaceo se avessero a richiedermela.

Allora una bella bag tote fa al caso mio!

Tutta in tiro ed eccitata mi avvio alla macchina e via.

I clienti li vedo fuori dal ristorante, una controllatina allo specchio, sono ok. Mi fanno accomodare gentilmente essendo l’unica femmina.

Mi siedo! Penso sedie strettissime e cortissime, e ora, dove metto la bag.

Sul pavimento proprio no è nuova, sul tavolo nemmeno è da maleducata e poi non c’è spazio. Alla fine opto dietro di me sulla sedia; mi sembra l’unica scelta. I clienti tutti presi dal progetto non hanno nemmeno notato il mio problema. Io sì. Tutta la serata seduta in un paio di centimetri di sedia, sul resto c’era Lei la borsa.

 

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?    Mi sembrava di essere la D’Urso…

Mi sembrava di essere la D’Urso, che pur avendo poltrone ampissime si siede sempre in pochi centimetri.

Ma belle non è la D’Urso: Tra i tacchi che mi facevano scivolare assieme al sedere, più volte ho rischiato la figuraccia. A gambe all’aria nel più esclusivo ristorante della città questo mi si prospettava.

Con nonchalance ho mascherato il problema… ma l’ansia saliva.

Alla fine per fortuna tutto è andato bene. La presentazione ovviamente non mi è stata chiesta.

Tornando verso casa mi domandavo: dove una donna deve mettere la sua borsa al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?    Quando ci rechiamo in un ristorante…

 

Quando ci rechiamo in un ristorante, specialmente in uno di quelli cosiddetti alla buona in cui hanno i pavimenti oscurati in modo da non avere idea di cosa ci possa essere sul pavimento, nasce allora in noi donne il dilemma, dove possiamo mettere la nostra borsa o borsetta; specie se è nuova o è la nostra preferita. Quando ci sediamo subito, ci pervade un senso d’ansia il pasto diventa secondario. L’ultima cosa che vorremmo è ritrovarci all’uscita con la borsetta sporca o ancora peggio macchiata.

Dove tenere la borsa o la borsetta al ristorante?

Ecco alcune idee.

Borse descrizione

 

Questa è una delle situazioni più complicate che tutte noi dobbiamo affrontare quando ci sediamo a mangiare in un ristorante. A volte siamo fortunate basta, infatti, una sedia in più al tavolo e noi possiamo mettere le nostre borse su quella stessa sedia. Ciò ci rende la vita molto più semplice, ma la maggior parte delle volte non siamo così fortunate. Tuttavia, esiste una forma di bon-ton anche per le borse.

Tieni la borsa in grembo sotto il tovagliolo.

Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?   Se hai una pochette di piccole e medie dimensioni…

Se hai una pochette di piccole e medie dimensioni, il posto ideale per tenerla sarà sulle tue ginocchia. Mettici sopra il tovagliolo ed è di gran lunga il posto più sicuro, dove tenere la borsetta in un ristorante. Nessuno saprà nemmeno che è lì. Inoltre, è a portata di mano se hai bisogno urgentemente di un fazzoletto o qualcosa dalla tua borsetta.

Metti la borsa sulla sedia tra te e lo schienale.

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Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?    Ovviamente se si è sedute in posizione eretta con una buona postura…

Se la tua borsa è troppo grande, scoprirai che sarà troppo scomoda da tenere in grembo. Un posto sicuro dove riporre la borsa sarà dietro la schiena sulla sedia. Ovviamente se si è sedute in posizione eretta con una buona postura, ci sarà sempre uno spazio tra te e lo schienale. Questo offre un posto ideale per la tua borsa. Se hai una giacca con te, collocala sullo schienale della sedia per nascondere la tua borsa.

In alternativa, se stai cenando fuori con un compagno gentiluomo, puoi sempre chiedergli di mettere la sua giacca sullo schienale della sedia per nascondere la tua borsetta da occhi indiscreti.

Metti la borsa accanto a te se sei seduta in uno stand del ristorante.

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Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante?     c’è ampio spazio per porre la borsa accanto a te al tuo fianco….

 

A volte a un gruppo di diverse persone che cena fuori è assegnato uno stand.

Ciò significa che c’è ampio spazio per porre la borsa accanto a te al tuo fianco. Tieni presente che quando hai la borsa vicina, assicurati di tenerla lontana dall’ingresso dello stand. In questo modo la tua borsa è un po’ più sicura.

Le grandi borse o total bag possono essere messe sul pavimento come ultima risorsa.

Con una borsa grande appurato che non ci sta sulla sedia dietro di te (belle docet) l’unica possibilità è disporre la borsa sul pavimento come tua ultima risorsa.

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Dilemma tutto al femminile: dove metto la borsa o la borsetta al ristorante? assicurati di portare nella stessa un tovagliolo abbastanza grande…

Quando hai una borsa tote grande, ad esempio qualcosa come una borsa per pannolini o una custodia per laptop o qualche altro tipo simile di borsa davvero grande, assicurati di portare nella stessa un tovagliolo abbastanza grande da collocare sotto la bag tote.

Cerca un posto sul pavimento accanto a te, ai tuoi piedi. L’ideale sarebbe una seduta con un tavolo contro il muro. Metti il tovagliolo sul pavimento vicino ai piedi sul lato della parete della tua sedia e poi posiziona la tua borsa grande in modo sicuro sopra il tovagliolo che hai portato con te proprio per quello scopo.

Non appoggiare mai la borsa sul pavimento sul lato aperto del tavolo. Non solo la tua borsa è a rischio furto, c’è anche la possibilità che la cameriera/e possa inciampare nella tua borsa mentre si muove tra i tavoli.

Questo è l’unico momento accettabile in cui si deve appoggiare la borsa sul pavimento mentre si mangia fuori. Un’ alternativa da me provata diverse volte (con poco successo) quando avevo una borsa grande, provare a chiedere gentilmente a una cameriera/e se ci fossero sedie libere per poter posizionare la bag tote accanto a me. Il più delle volte non era disponibile o creava intralcio al passaggio.

 

Borsetta ristorante disegno

  • Non appoggiare mai la borsa sul pavimento a meno che non sia una borsa molto grande che non può stare in grembo, accanto a te o dietro di te sulla sedia.

  • Non mettere mai la borsa sullo schienale della sedia, potrebbe essere d’intralcio a chi ti sta servendo. Corri il rischio che te la rubino.

  • Non mettere mai la borsa sul tavolo. Dimostrerai una totale mancanza di buone maniere. Corri anche il rischio che si sporchi con il cibo. Inoltre, la tua borsetta si intrometterà quando il tuo servitore inizierà a posizionare i piatti sul tavolo. Quindi, non importa quanto piccola, o preziosa, o quanto vuoi sfoggiare la tua nuova borsa firmata, sul tavolo semplicemente non è il posto per la tua borsa.

  • Non chiedere a altri commensali al tuo tavolo di metterla sulla sedia dietro a loro, prenditi cura della tua borsetta.

  • Evita di consegnare la borsa al guardaroba, puoi correre il rischio di non rivederla o forse la troverai più leggera. Su questo punto non sono d’accordo, tante volte io l’ho lasciata e l’ho riavuta intatta. Sarò stata fortunata?

 

Ora che conosciamo l’etichetta sociale su come posizionare le nostre bag al ristorante, possiamo prepararci ad uscire in tutta tranquillità senza rischiare figuracce.Vine-Vera-Skin-Care-Tips-woman-in-bathroom-mirror

 

 

 

 

 

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Mag 13, 2020 - Cose da donne    Commenti disabilitati su toglietemi tutto, ma non la mia borsa

toglietemi tutto, ma non la mia borsa

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Prova borsa belle2

 

anna-karenina-recensione-18911-1280x16Anna Karenina, prima di buttarsi sotto il treno lancia sui binari la sua borsetta di velluto rosso. Una donna stanca della sua borsa è stanca della sua vita.
(Anna Johnson)

parliamo di…

toglietemi tutto, ma non la mia borsa

chissà che cosa avrebbero da dire gli psicologi su questo smisurato amore per le borse. Senza dubbio è l’accessorio di cui nessuna riesce a fare a meno. Capace al punto di contenere praticamente tutto..- dai trucci alla… nostra identità. Certo, anche gli occhiali da sole, lip gloss e rossetto non se la passano male nella classifica degli indispensabili.

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 Ma non toccateci la borsetta!

 

Quella di Mary Poppins è niente al confronto! Dalla mia borsa esce di tutto: dai documenti alle pinze per capelli, dal portafoglio ai trucchi

Antonella

 

toglietemi tutto, ma non la mia borsa

toglietemi tutto, ma non la mia borsa… mi dà la sicurezza di non aver bisogno di niente

 Io e la mia borsa siamo inseparabili:

mi dà la sicurezza di non aver bisogno di niente altro.

Anna

Sono schiava dei miei occhiali da sole:lì indosso sempre fino al tramontare del sole. Mi piace tenerli anche nei luoghi chiusi, perchè mi danno un senso di intimità.

Nonostante abbia gli “occhi da cerbiatta”, mi piace nascondermi e creare

toglietemi tutto, ma non la mia borsa...

toglietemi tutto, ma non la mia borsa… mi danno un senso di intimità

negli animi altrui un pò di mistero: i miei sunglasses total black sono così sexi. Li adoro.

Diletta

 

 

 

toglietemi tutto, ma non la mia borsa..

toglietemi tutto, ma non la mia borsa.. adoro sentire la mia bocca naturale

Sono “gloss trasparente dipendente” adoro sentire la mia bocca naturale e al tempo stesso irresistibile

Lorena

Anzichè uscire “senza” una certa cosa, io avevo

difficoltà a uscire “con” gli occhiali.

Se non potevo mettere le lenti a contatto, piuttosto stavo a casa.

Ora ho fatto l’intervento e sono felice.

Manuela

 

Senza il mio borsellino e la carta, mai: sono una spendacciona!

Patrizia

toglietemi tutto, ma non la mia borsa..

toglietemi tutto, ma non la mia borsa.. sono una spendacciona!

 

Più che la borsa, per me è indispensabile il rossetto (che può essere sanche un lucidalabbra o un burrocacao). Lo metto anche nel sottosella della mia bici!

Marella

 

Il mio ragazzo mi prende in giro per le dimensioni della mia borsa. In

toglietemi tutto, ma non la mia borsa..

toglietemi tutto, ma non la mia borsa.. la voglio grande perchè ci metto di tutto

effetti la voglio grande perchè ci metto di tutto, anche se così diventa pesante! Spesso mi suggeriscono di farne a meno, ci provo, ma poi torno indietro e la prendo su: è più forte di me

Elettra

(come ti capisco belle)

 

Senza occhiali, meglio se con lenti scure,

non sono me stessa, non esco.

Caterina

 

Grazie ragazze

 

….ora un paio di frasi celebri

 

Stanca di portare le mie borse a mano e di perderle, ci aggiunsi una striscia e le misi a tracolla.
(Coco Chanel)

 

Siamo disposti a spendere di più per una borsa che per una vacanza o una automobile – e vogliamo che il resto del mondo lo sappia.
(Caroline Cox)

 

Le palle per gli uomini sono come le borse per le donne: è solo una borsa ma ci sentiremmo nude senza.
(Sex & City)

 

La maggior parte delle donne hanno tra 30 e 60 borse, ma utilizzano solo uno o due di esse.
(Ann Sullivan)

p.s. se volete parlare delle vostre borse i commenti sono a vostra disposizione

grazie belle

 

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Dic 13, 2018 - Storie Impossibili Vanity    Commenti disabilitati su io cameriera della MIA REGINA parte 2

io cameriera della MIA REGINA parte 2

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io cameriera della MIA REGINA parte 2

io cameriera della MIA REGINA parte 2

“Un prete repubblicano, io sono cattolica, io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, ho già chiesto perdono stanotte a Dio di tutti gli errori che ho commesso!”

 

Morte!!!

Questo è il verdetto. Inizio a piangere, mi metto in disparte. La mia Regina ha il volto pietrificato.

Si mette allo scrittoio e alla luce delle due candele inizia a scrivere le sue ultime lettere. Alla cognata Elisabetta riesco a leggere, poi sono colta dal sonno.

7 del mattino

io cameriera della MIA REGINA parte 2


Bussano alla porta è Rosalie, anche lei è pallida in viso… io cameriera della MIA REGINA parte 2

il battito incessante dei tamburi ci sveglia. Parigi si prepara a veder morire la mia Regina. Cerco di farmi forza, mi vesto con quel poco che mi rimane. Bussano alla porta è Rosalie, anche lei è pallida in viso. “Madame, non mangiate da un giorno, che cosa desiderate”.

La mia Regina con un piccolo sorriso

“Figlia mia, non ho più bisogno di nulla ormai”.

Insistiamo tutte e due per convincerla. Alla fine beviamo tutte e tre un po’ di brodo.

Con le mani tremanti le porgo il suo vestito, il suo ultimo abito. È bianco, non le hanno permesso abiti da vedovanza. In un moto d’orgoglio, mentre le stringo il corsetto, mi dice

“Gli idioti non sanno che una volta il bianco era il colore del lutto”. “La condanna era già decisa, il processo è stato una farsa”. “Per un attimo ho sperato”!”Quando mi hanno accusato d’incesto. Le donne del popolo non ci credevano! Loro madri come me. Ma volevano la mia testa, fra poco l’avranno”.

io cameriera della MIA REGINA parte 2

il processo è stato una farsa”. “Per un attimo ho sperato”!     io cameriera della MIA REGINA parte 2

Non posso nemmeno pettinarla. Non vuole dice che ormai si sente una vecchia. Senza nessuno specchio lo fa da sola. Cerco di trattenere le lacrime, ma il mio viso è completamente bagnato. Mi metto nell’angolo più remoto della cella e cerco di ricompormi.

Otto del mattino.

Arriva il prete. La mia Regina rifiuta.

“Un prete repubblicano, io sono cattolica, io muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, ho già chiesto perdono stanotte a Dio di tutti gli errori che ho commesso!”

Ecco il boia le taglia i capelli.

Comincio a tremare, sono tagliati anche a me!!!
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A tutte e due è messa una cuffia in testa…. io cameriera della MIA REGINA parte 2

A tutte e due è messa una cuffia in testa. Completamente inebetita, la aiuto a mettere le scarpe di raso bianco come il vestito.

Undici del mattino 16 ottobre 1793.

I suoi polsi sono legati e tenuti stretti a una corda dal boia.

Anche a me la stessa sorte.

Si avvicinano lentamente una o no due carrette trainate dai buoi. Procedono molto lentamente. Le ruote stridono in un silenzio irreale. Saliamo su una mia Regina, nell’altra io. I carcerieri mi deridono, mentre con assoluta lentezza attraversiamo Parigi.

Le donne smettono di sferruzzare al nostro passaggio. Insultano la mia Regina. Una mi fa il gesto della testa mozzata. I padri sollevano i figli per mostrare loro come muore una Regina e… la sua serva. Guardo al cielo com’è bello limpido, è più di un anno che io e la mia Regina non lo vediamo così completo.

Un moto d’orgoglio mi assale

“Ragazza dignità, guarda la tua Regina”.

Eccoci alla vista delle Tuileries, la mia Regina si vilta verso di me, i suoi occhi si riempiono di lacrime. La vista di quello che le ricordava il suo passato e i suoi figli l’hanno commossa. Anche i miei si riempiono di lacrime

.Ruè Saint Honore, ecco Place de la Libertè. Vedo la folla immensa e urlante e…

due ghigliottine!!!
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Il suo “pardon” si perde tra le urla della folla…. io cameriera della MIA REGINA parte 2

Le lame scintillano nel sole. Saliamo i gradini io tutta tremante sono sostenuta dai carnefici. La mia Regina fiera e lieve, trova anche la forza di scusarsi con uno di questi per averlo accidentalmente importunato.

Il suo “pardon” si perde tra le urla della folla.

Sono afferrata alle spalle e fatta scivolare sull’asse di legno. Ora sono sotto, un paniere davanti a me. Vedo la mia Regina, un istante prima che la lama scenda. Sembra che mi stia sorridendo.

Un secondo dopo la testa della mia Regina rotola nel paniere. La folla esulta, il boato è impressionante.

Ora tocca a me!!!

Sono riportata indietro, girata sull’asse, le mie vesti all’altezza del seno strappate.

Un’ondata di calore mi assale qualcosa ha bruciato le mie carni. Il mio corpo brucia. Svengo!

Mi risveglio, quasi completamente nuda, la gente mi insulta, un cartello vicino a me, (cameriera dell’infame austriaca) e

io cameriera della MIA REGINA parte 2


Mi risveglio, quasi completamente nuda, la gente mi insulta… io cameriera della MIA REGINA parte 2

un marchio a fuoco sulla carne…

 

 

 

 

 

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Nov 28, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

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Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

“Ogni donna ha il diritto di essere bella.”  Elizabeth Arden

Non ci sono donne brutte, ma soltanto donne pigre. Helena Rubinstein

 

Sabato mattina: shopping con Francy.

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Era alla ricerca di una gonna per una cena in famiglia, da abbinare a una carinissima camicetta comprata la settimana precedente. Quando sono con lei, i piedi mi fanno sempre male! Cretina io a uscire in tacco 11 con una patita (è un eufemismo) dello shopping. Dopo un paio d’ore di ricerca, con i piedi sempre più indolenziti; finalmente ha trovato la gonna giusta. (Grazie al cielo “Scusa Tesoro”, ma lo so io i dolori che ho patito!) Potevamo così finalmente dedicarci ai miei, anzi al mio acquisto. La prossima settimana ho un invito alla cresima di una cugina. La cuginetta espressamente mi ha preso da parte l’ultima volta che ci siamo viste e testuali parole mi ha detto:

“zia isabelle (è una delle poche che mi chiama così) voglio un profumo da donna vera come tuo regalo”.

La madre; “belle, qualcosa di carino, ma non esagerare è ancora una bimba”.

 STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein (Le ho comprato questo, penso le piacerà?, voi signore cosa ne dite?)

Con questo ben chiaro in testa, io e Francy entriamo in una delle profumerie più in della città. Varie marche provate, alla fine il dubbio era tra Elisabeth Arden e Helena Rubinstein. Mentre sentivo le due fragranze, la commessa sollecitata da Francy, ci racconta alcuni aneddoti, o per meglio dire piccoli dispetti che le due donne si facevano. Scelto il profumo, e anche ilprossimo post, devo saperne di più di queste due signore! A casa, tolte finalmente le scarpe, sfoglio varie riviste; in una in francese trovo l’articolo qui riportato.

Ringrazio Ludo per l’aiuto nella traduzione: Grazie ancora Tesoro.

Siccome è molto lungo, per non annoiarvi Care Signore/i lo pubblicherò in due post separati.

 

STORIE DI DONNA Regine in guerra

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Prima parte

Una giurava solo sul rosa confetto, l’altra amava le tinte forti, una collezionava cavalli, l’altra statue africane, una era una maga del packaging, l’altra puntava sulla scienza, ritratto di due rivali di genio…

Se non fossero esistitele avrebbe potute inventare uno scrittore: Elisabeth ed Helena, Miss Arden e Madame, le due piccoledonne cocciute che all’inizio del novecento inventarono l’industria della cosmesi. Nemiche giurate, riuscirono a vivere a new York per decenni senza incontrarsi mai. Solo una sola volta, dice la leggenda, si sfiorarono in un locale.

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein....helena-rubinstein-beauty-school

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein….helena-rubinstein-beauty-school

Ed Helena Rubinstein, incurante delle sue trecce tinte di nero inchiostro ogni settimana, si limitò a commentare, davanti ai capelli biondi della Arden “Troppo colore per una donna di quell’età” Diverse eppure a volta sorprendentemente simili, le due regine della bellezza non erano per niente belle. Geniali, tiranniche, ambiziose, avevano avuto tutte e due origini umili e le nascondevano sotto montagne di bugie una Florence Nightingale Graham ( poi Elisabeth in onore dei reali inglesi e Arden dal nome della tenuta di un miliardario che fu uno dei suoi primi eroi), era scappata da una fattoria canadese poverissima dove non c’era neanche il bagno, per fare l’nfermiera a New York. Ma sveniva alla vista del sangue e finì per fare la cassiera in un salone di bellezza, dove imparò in fretta. L’altra, Chaja (il nome ebraico per helena) Rubinstein, settima figlia di un commerciante di Cracovia, voleva diventare medico, ma fu spedita in Australia per dimenticare un amore sbagliato e divenne ricca vendendo una misteriosa crema di famiglia alle signore inglesi che dovevano combattere il sole australiano.

Ho solo questo da dichiarare:

le scottature sono il suicidio della bellezza

Helena Rubinstein

 

Entrambe mentivano su questi inizi. Miss Harden non spiegò mai dove aveva trovato i soldi per aprire il suo primo salone sulla Fifth Avenue (le malelingue parlavano di amanti ricchi, quel che è certo è che nei primi anni lei faceva di tutto anche le pulizie). Madame continuò a favoleggiare di prestigiosi studi medici. Perfino sulla data di nascita crearono dei gialli. Miss Arden confidava soave a un giornalista: “mio caro, ho mentito così tante volte sulla mia data di nascita che ormai non la conosco neanche più io. Quel che è certo è che a forza di lavoro, lavoro e ancora lavoro, intorno alla prima guerra mondiale erano già due ricche signore in affari. Miss Arden a new York. Madame in Europa. E quando una aprì i primi saloni a Parigi e Londra e l’altra sbarcò in America, la guerra si fece aperta. Non si potevano immaginare due stili più differenti. Colori a tinte forti e quadri moderni nei saloni di madame, cuscini rosa e colori pastello in quelli di Miss Arden. Una puntava sull’elite letteraria, anche grazie al primo marito, Titus che si dilettava a fare l’editore a Montmartre e manteneva tutti gli artisti di Parigi (“Come posso sapere se quegli scrittori valgono qualcosa?”, rispondeva madame, se interrogata su qualcuno di loro. “Non ho neanche il tempo per leggere i loro libri…”). L’altra scelse subito l’alta società, in particolare i reali d’Inghilterra. Wallis Simpson scendeva ogni settimana nel suo salone, senza mai pagare ma Miss Arden sapeva come recuperare il credito.

” Per perdere qualche chilo riso con pomodori lessati e  sbucciati, tre volte al giorno: ma senza esagerare. Le donne troppo magre invecchiano male ”

Elisabeth Arden

Dopo aver inaugurato la sua linea di moda, alla vigilia di un ballo importante facesse recapitare da un fattorino a Walls simpson l’abito Arden che avrebbe dovuto indossare per l’occasione. Nella cosmesi Madame puntava sull’aspetto

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

“La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”... STORIE DI DONNA Regine in guerra
Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

scientifico e creava le prime creme agli ormoni, i primi trattamenti contro il sole, il primo mascara waterproof. Miss Arden era invece un genio delle confezioni e della pubblicità: “La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”, dichiarava nei primi spot, dilagando in radio, televisione, e perfino al cinema, per il quale creò una linea di trucco esclusiva. Lo riconosceva anche la rivale, che un giorno confidò a un amico “Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”.

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Divennero entrambe immensamente ricche, ma avevano un rapporto molto diverso con il denaro. Miss Arden ripeteva che per fare molti soldi bisogna spenderli, e  nb. Madame scandalizzava i suoi dipendenti spegnendo le luci inutilizzate nei saloni e risparmiando sul riscaldamento. A un collaboratore che batteva i denti durante la riunione che si teneva, come sempre nella sua stanza da letto, disse, avvolta nelle coperte: “Può tenere il cappotto, se vuole, ma ricordi il freddo aiuta a pensare”. Miss Arden dava ai suoi dipendenti paghe da sogno. Madame litigava su ogni aumento e si decideva a spendere soltanto quando voleva strappare del personale alla sua rivale. Quando Miss Arden divorziò dal primo marito, Tommy Lewis, un ex impiegato di banca che aveva conosciuto durante la concessione di un prestito, gli fece formare un impegno a non lavorare nel campo della cosmesi per cinque anni. Ma, scaduti i termini Madame lo assunse subito nel suo staff. “Così solo per far diventare verde di rabbia la rivale. Erano state tutte e due sfortunate con il matrimonio…. (continua)

 

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Giu 29, 2018 - Storie Impossibili Vanity    Commenti disabilitati su io cameriera della MIA REGINA parte 1

io cameriera della MIA REGINA parte 1

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“Oh, mio Dio, se abbiamo commesso delle colpe, le abbiamo certamente espiate.”

Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena Regina di Francia

io cameriera della MIA REGINA parte 1

Questo è il mio diario

Paris, Addì lunedì 14 ottobre 1793

Sono stata a servizio della Regina di Francia Maria Antonietta

sin da giovanissima. Tutte le mie forze e la mia mente erano rivolte a Lei.

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Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. io cameriera della MIA REGINA parte 1

 

Ho cercato sempre di servirla con impegno e dedizione; forse è per questo che ora sono qui. Una buia cella è diventata il nostro piccolo Trianon. Due candele sono l’unica fonte di luce che abbiamo, le nostre vesti sono ormai lise e consumate.

Alla mia Regina al suo ingresso è stato consentito di portare un piccolo guardaroba che io stessa ho preparato.

Piegando il tutto con la massima cura, esso consisteva:

Un abito nero e uno bianco

Fazzoletti

Un paio di calze di seta nera

Alcuni scialli in crespo e mussola

Delle sottogonne in cotone

Un paio di pantofoline color prugna

Nastro bianco per acconciarsi i capelli

A me un vestito e un paio di sottogonne

Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. Così siamo sicuri di non sbagliare, quando sarà il giorno di incontrare Madame La Ghigliottina. Questo mi hanno detto appena entrata.

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Per deridermi i carcerieri, mi obbligano sempre a portare la crestina e a volte il grembiule, come quando ero a servizio. io cameriera della MIA REGINA parte 1

Nemmeno uno specchio ci permette di sistemarci al meglio.

Mentre scrivo queste righe, sono sola, la Mia Regina è stata condotta a processo. Le hanno permesso di vestirsi in maniera adeguata (vesti a lutto, data la Sua vedovanza). Per me è stato un onore vestirla.

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A Versailles, a noi piccole cameriere… io cameriera della MIA REGINA parte 1

A Versailles, a noi piccole cameriere non era concesso. Sua Maestà era vestita dalle alte dame della nobiltà.

Potete immaginare la mia tensione quando le tendevo il corsetto, non volevo farle male. La Mia Regina spesso perde sangue. Che emozione quando le ho passato le varie gonne e sottogonne, con relativo guardinfante. Tremo ancora quando ai suoi piedi le regolavo la caduta della biancheria. Una volta pronta era ancora Lei la Mia Regina. Son tornata con la mente a Corte, quando toccare le vesti della Mia Regina per lavarle era fonte di grandissima emozione.

 

Ripenso anche alle confidenze,

che io e la Sovrana qua ci scambiamo. Sua Maestà mi ha fatto l’onore d’informarsi su di me. Dove sono nata, se ho un marito, da quanto sono al Suo servizio.

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Ripenso anche alle confidenze….. io cameriera della MIA REGINA parte 1

Ricorderò sempre quella notte, in cui Sua Maestà mi confidò con una voce straziata, dell’assalto che Lei e la Sua famiglia subirono alle Tuileries. I suoi capelli sbiancarono all’istante.

Pianse continue lacrime quando con voce sottile e singhiozzante mi raccontò come il popolo, le permise di vedere per l’ultima volta la sua Adorata Amica, la Principessa di Lamballe. Svenne quando vide la testa sanguinante della Cara Amica appesa a una lancia.

Madame La Reine, affacciatevi, abbiamo un trofeo per Voi”,

questo la folla urlava.

 

Sorrido invece ancora, quella volta che soffrivo per i problemi di noi donne e Sua Maestà nella sua immensa bontà, mi confidò.

“Figlia mia è arrivata la Génèrale Krottendorf”

così Sua Madre la Regina Maria Teresa d’Austria chiamava questo periodo. D’ora in poi anche per me arriva La Génèrale.

Non Le è concesso che un caffè per colazione, per pranzo o cena del pollo, verdura o brodo. L’unica concessione che le permettono è bere acqua minerale e non acqua della Senna, come a me e agli altri prigionieri.

Nella Sua immensa benevolenza, spesso concede anche a me di berla.

Gli occhi mi si rigano di lacrime

quando ripenso a Fan Fan il figlio dei Richard (i nostri carcerieri). Un frugoletto biondo con gli occhi azzurri entrò nella nostra cella. Sua Maestà cominciò a tremare e a coprire di baci il ragazzino. Tanto che i carcerieri si spaventarono e non lo portarono più!

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Gli occhi mi si rigano di lacrime….. io cameriera della MIA REGINA parte 1

io cercai di dissuaderli in tutti i modi, è solo una donna che ricorda i suoi figli, comprendetela!

Non le è concesso nemmeno di ricamare, ma qui abbiamo trovato il modo di farlo. Sfiliamo i fili da quello che rimane della tappezzeria. Intrecciandoli, Sua Maestà crea delle bellissime giarrettiere.

Ogni tanto per dare un po’ di colore, ponevo dei fiori sul tavolino. Riuscivo ad averli dalla moglie del carceriere. Sapevo della passione di Sua Maestà per i fiori. Lei stessa me lo confidò. Poi me lo proibirono.

Leggere, è una delle poche cose che Le è consentito fare. Arrossisco ancora di vergogna, quella volta in cui la Mia Regina mi chiese di leggerle alcune pagine. Agitatissima sbagliai più e più volte le parole. Nella Sua immensa magnanimità Sua Maestà mi consolò.

Un rumore mi riporta alla realtà si sta aprendo il chiavistello.

La mia Regina è tornata…

 

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Mar 16, 2017 - News Vanity    Commenti disabilitati su MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

 

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MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

 

Oriana_Fallaci_2Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.

Oriana Fallaci

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

 

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Lettera blob piccoli problemi costellano le nostre giornate. Incidenti domestici, piccoli ritardi o scaramucce familiari. Trascurabili se presi singolarmente insopportabili tutti insieme. Le nostre esistenze spesso sono un continuo percorso ad ostacoli. Come sopravvivere in questa giungla… pazienza e ironia. Doti che non mancano a nessuna di noi.

 

 

 

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

Ore19.00

Una volta fatta la spesa e arrivate sotto casa esiste l’implacabile “legge del supermercato” che testualmente recita: “Se torni a casa direttamente dal lavoro, il parcheggio è lì bello pronto ad aspettarti, se arrivi dal supermercato carica di borse…

 

ASSOLUTAMENTE NO!!!”

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

 

Inizio allora il giro per il quartiere alla ricerca di un parcheggio, dopo una ventina di minuti d’inutile girovagare… la rabbia aumenta. Decido allora di parcheggiare in doppia fila proprio sotto casa; tempo di scaricare e poi ripartire.

Scendo velocemente rischiando di cadere. Citofono speranzosa di un piccolo aiuto dai figli, nessuna risposta. Uffa e ancora uffa, quando servono, si volatilizzano. Mi carico tutto e inizio la salita verso casa. Come sempre quando ho fretta e oltretutto sono agitata, mi vede la vicina chiacchierona del piano di sopra. Ovviamente, nonostante veda la mia difficoltà non manca di aggiornarmi sulla situazione del palazzo.

Stanca, sudata, ma totalmente informata, arrivo finalmente a casa. Poso il tutto, mi levo solo un attimo le scarpe, (donne e tacchi un binomio indissolubile) e subito suona il citofono. Rimetto le scarpe e corro in portineria. Un inquilino del palazzo è medico, deve andare al lavoro; la mia macchina glielo impedisce. Sono giustamente rimproverata, anche se nervosa, mi prostro in umili scuse. Guarda che fortuna c’è un posto libero. Subito mi fiondo a parcheggiare.

Finalmente a casa, sistemo la spesa mentre i pargoli rientrano, lui dal calcetto, lei dallo shopping con le amiche; ovviamente super affamati. Mi prendo tempo con calma preparo la cena, (marito fuori per lavoro) non c’è fretta, i figli più volte mi chiedono “Mamy quando si mangia”. Una volta cenato, lavo i piatti e penso adesso faccio un bel bagno rilassante, mi sembra di meritarmelo o no.

Un occhio cade casualmente sul calendario. Ecco perché ho trovato parcheggio! Oggi è il giorno di pulizia della strada. Niente marito, tocca a me rimetto le scarpe e ridiscendo a cercare un nuovo parcheggio.

Ore20.00

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

Rientro esausta, vogliosa se non di un bagno almeno di una rilassante doccia. M’insapono, inizio a lavarmi la testa e un getto di acqua bollente quasi mi ustiona il capo. Ovviamente uno dei figli ha iniziato a far scorrere l’acqua fredda in cucina. In casa nostra, ma penso valga per molte, è la cosiddetta legge della doccia che semplicemente recita “Se ti stai lavando la testa, nell’esatto momento in cui ti sciacqui con il doccino, qualcuno aprirà l’acqua fredda in cucina e ti ustionerai irrimediabilmente il cuoio cappelluto”. Dopo innumerevoli getti rischio ustione, sconsolata sono arrivata alla conclusione che per potermi lavare la testa io debba essere sola in casa. Penso che mi capiate, dicendo che è un’ipotesi quasi irrealizzabile. Così mi prendo anch’io ogni tanto una piccola rivincita sui figli. Quando l’esasperazione è al top, appena uno dei due si reca in bagno, la perfida corre in cucina e apre alternativamente acqua calda e fredda con conseguenze facilmente intuibili. Non sarebbe più semplice possedere nelle case maggiore possibilità di acqua calda.

Riprendo il racconto della giornata, dopo l’excursus sull’acqua.

 

Ore20.30

Nervosa mi asciugo i capelli e finalmente indosso camicia da notte e vestaglia, pronta all’appuntamento con la lavatrice. Come scritto prima per prevenire sbalzi di tensione ho lavato a mano tutti i piatti.

Povera illusa!

Le tante apparecchiature elettriche sparse per la casa sopportano a fatica il potenziale da 3 kW che il contatore mette a disposizione per l’utenza domestica.

Paf… salta la corrente.

Niente marito, figli che sbraitano hanno perso i loro importantissimi contatti social!

Tocca a me!

Avessi la fortuna di avere il contatore in cucina tutto sarebbe risolto in pochi attimi. Purtroppo il mio sta in cantina. Inizia allora la ricerca frenetica della chiave, ovviamente il marito la nasconde nei luoghi più improbabili. Finalmente la trovo. La cantina, questa sconosciuta, sono anni che mio marito dice che la deve pulire, ma ormai è diventata una terra di nessuno. Per non sporcarmi sono costretta a ricambiarmi, tuta, scarpe e golf mi permetteranno il mio piccolo safari. Prima di scendere, armata di pila e telefonino raduno i figli davanti ad una candela e scendo nell’oscurità. Dopo vari tentativi di comunicazione con loro, si va bene, no è andata via, risolvo il problema.

 

Ore21.00

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

MA CHE GIORNATA PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P. 2

Mi rilavo velocemente, rindosso camicia e vestaglia. Ricevo la telefonata del coniuge, mi chiede se tutto va bene. Il primo istinto è di riattaccare o insultarlo, ma da brava mogliettina ingoio e dico tutto è a posto.

Un po’ di tv con i pargoli che ovviamente litigano su cosa vedere. Sono talmente esausta li lascio fare. Mi accuccio in poltrona in compagnia di un buon libro e penso finalmente pace e tranquillità.

Ore23.00

Stanca saluto i ragazzi che vanno in camera. Poi dopo aver riassettato divano e poltrona a nanna.

 

Ore05.30

Ultimamente sono nervosa, dormo poco. Il solito dilemma, prendo le gocce per riaddormentarmi o inizio giornata. Le gocce fanno effetto dopo una quarantina di minuti, riuscirei a dormire mezz’ora o poco più. Inizio allora giornata, metto la vestaglia e vado in cucina. Preparo il caffè, spargendo un po’ di polvere sul lavello. Così vedo alcune formiche che scorrazzano indisturbate, subito mi armo d’insetticida, data l’ora per ben due volte, la spruzzo al contrario. Che odoraccio! Vado in camera lasciando aperte le finestre della cucina e lì mi riaddormento. Sono svegliata dai figli affamati, mi dicono la moka ha straripato, c’è puzza di bruciato e odore d’insetticida.

 

Ore07.00

MA CHE GIORNATA–PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P.2

MA CHE GIORNATA–PILLOLE DI VITA QUOTIDIANA P.2

Sorrido, mi alzo… sono pronta per iniziare un’altra nuova magnifica giornata.

 

Post creato grazie alle amiche con spunto da Rivista femminile

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.S. Devo di nuovo scusarmi con le signore o le ragazze che mi hanno scritto in post precedenti. Mi avranno preso per maleducata. Purtroppo ho un problema con la mai che persistel. Appena sistemata (non so quando. Il tecnico non riesce a risolvermi il problema) vi risponderò subito.belle

 

 

 

Mar 4, 2016 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su Wow! DONNE Che gambe che look

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Wow! DONNE Che gambe che look

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7801ca073b14ff34753e93b85de86fb0Crea il tuo stile. Lascia che sia unico e immediatamente riconoscibile.

Anna Wintour

 

 

 

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Wow! DONNE Che gambe che look

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Lettera blob q

uando ci vestiamo la maggioranza di noi donne, lo fa in maniera ipercritica. Usando piccoli accorgimenti nell’abbigliamento, riusciamo spesso a minimizzare alcuni nostri piccoli difettucci.

Le curvy girl (come la sottoscritta) per esempio hanno fianchi mediterranei troppo evidenti, altre un punto vita evanescente, alcune poco seno, altre ne hanno troppo. Potrei continuare ancora, ma quello che oggi voglio evidenziare in questo post, sono le nostre gambe.

Per l’armoniosità della nostra figura, hanno un’importanza più che rilevante.

Wow! DONNE Che gambe che look

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Partiamo dal presupposto che solo pochissime di noi, le più fortunate hanno gambe da sogno.

Questo post per loro è inutile!

Beate voi care!!! (grunt, grunt)

Per la massa vediamo alcuni accorgimenti, su come possiamo valorizzarle, assottigliandole o allungandole.

 

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Gambe corte

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Se siamo piccoline, il tacco è indispensabile. Il detto che ogni centimetro di tacco toglie un kg. Non è propriamente vero. È innegabile che sembrare più alte sicuramente ci aiuta.

Niente altezze improponibili mi raccomando!

Oltre che a saperli portare, come tutte sanno i tacchi non sono propriamente comodi. Se svolgiamo attività in cui camminiamo o dobbiamo spesso stare in piedi, la nostra schiena potrebbe iniziare a lamentarsi.

Preferiamo in questi casi le zeppe, più stabili e comode.

Da evitare i capi che tagliano la figura, tipo gonna al polpaccio o bermuda.

Vanno bene, gonne o pantaloni alla caviglia, oppure sopra il ginocchio. Utilizzate una tinta unica per maglia, gonna o pantalone.

Le righe, se è un capo gessato (tailleur), devono essere sottili. Da evitare le righe orizzontali, sia per capi e anche per le calze. Tagliano e allargano la figura.

 

Gambe formose

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Vietate, vietatissime per noi le righe orizzontali!

Sì alla gonna dritta lunga anche con spacco sino a metà polpaccio. Il problema sono le cosce, la sottana con spacco anche sino al ginocchio fa al caso nostro.

I pantaloni, sono da preferire quelli morbidi o svasati, stile palazzo o zampa d’elefante.

No ai tessuti vaporosi che si attaccano alla figura. Preferiamoli più rigidi. Da evitare quelli fascianti, attillati o i leggins. Il problema è alle cosce. Indossiamoli con moderazione. Portiamo sopra sempre una maglia a tunica.

Per i colori lo stile monocromatico rappresenta l’ideale; usiamo anche le fantasie, ma con moderazione. È un attimo apparire come effetto fodera da divano.

 

Caviglie grosse

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Il problema è la caviglia. Sono da evitare le scarpe troppo accollate o con i laccetti. Gli sguardi si concentrerebbero tutti lì. La soluzione, scarpe scollate o con lacci sul collo del piede.

Importante: il laccetto alla caviglia taglia la figura.

Gli stivali, perché non taglino, sono indispensabili quattro dita sotto il ginocchio.

 

Piccolo trucco

Per slanciare la figura, non aprite le tasche se ci sono. Tenete la linea del pantalone, evitate l’apertura delle tasche verso l’esterno. Non mettiamoci nulla, per il fazzoletto abbiamo sempre la borsa.

Questi piccoli consigli non devono certo interferire con la nostra personalità. Non vestiamoci da “femme fatal” se non lo siamo, appariremmo sciocche e innaturali. Oppure portare tacchi alti e barcollare in continuazione. Più che le gambe non slanciate o troppo importanti, l’occhio delle persone noterebbe la nostra andatura malferma e zoppicante.

 

♥ ♥ ♥ ♥ Conclusione

Guardarsi allo specchio e pensare a come vi sentite con voi/noi stesse è Forsa l’idea migliore prima di vestirsi. Spero di esservi stata utile, per essere tutte più belle, e cosa più importante più contente di noi.

 

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