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Ago 14, 2019 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

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GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

Carrie-Bradshaw-2Ed eccomi di nuovo con il solito problema: un armadio di vestiti e niente da mettermi.
Carrie Bradshaw, nella serie tv Sex & city

 

 GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

belle631

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Ecco ora tocca a noi essere giudicate!

Prefazione

Serata di fine anno indossavo una gonna longuette in pelle… (vedere P. 1.)

 

Maschietti

Pavidi i signori, su un biglietto troviamo scritto:

GUARDAROBA A CONFRONTO - Uomo vs. Donna P. 2

voglio la donna con la gonna! La mia longuette ringrazia…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna p. 2

Apprezzo tutto nel guardaroba di una donna; sono per la massima libertà di look, quello che può darmi fastidio sono gli abbinamenti sbagliati. Ci guardiamo sorprese, quale signor marito avrà scritto questo! Io essendo al momento (piuttosto lungo il momento) single invidio la fortunata.

Sorriso d’intesa tutto al femminile come a porre l’accento, visto siamo noi le più forti.

Cadiamo subito dalla nuvola che c’eravamo create!

Un biglietto lunghissimo, come avrà fatto a scriverlo così velocemente.

GUARDAROBA A CONFRONTO - Uomo vs. Donna p. 2

naturali con uno smalto neutro o trasparente…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna p. 2

Zeppe totalmente bocciate, unghie lunghe specie se esasperate da estensioni artificiali con accostamenti con colori o tonalità diverse. Preferisco quelle naturali con uno smalto neutro o trasparente. Finito, nemmeno per sogno. Gonna troppo corta, mi sento salva stretta nella mia longuette.

Jeans attillati, orribili quelli a vita alta. Certi modelli ascellari proprio non si possono vedere. Uno sguardo fulminante di Ludo verso il marito ci fa capire chi possa avere scritto.

Collant li trovo brutti, meglio le calze sono così sensuali.

GUARDAROBA A CONFRONTO - Uomo vs. Donna p. 2

era un continuo nascondermi e alzare la gonna per vedere se erano fissate bene…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna p. 2

Divagazione sul tema, porto di solito i collant, le poche volte che ho messo le calze, le autoreggenti mi scendevano, non parliamo con il reggicalze, le poche volte che l’ho indossato era un continuo nascondermi e alzare la gonna per vedere se erano fissate bene.

I tatuaggi, non sopporto come le donne riempiano il loro corpo come fosse un muro di periferia (testuali parole). I pantaloni palazzo e pantaloncini vari, voglio la donna con la gonna! La mia longuette ringrazia.

Che poeti questi maschi.

Terzo biglietto.

Subito pensiamo tutte che è stato scritto dal marito di Francy. Non sopporto i jeans, e via con la lode alla sottoscritta come a inizio gioco.

The last but not list.

GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

Se soffrite ricordate il motto (se bella vuoi apparire… GUARDAROBA A CONFRONTO DONNA Vs UOMO P. 2

Scarpe basse, vi vorrei sempre in tacco 11/12. Se soffrite ricordate il motto (se bella vuoi apparire…). No assoluto alle ballerine, uccidono la femminilità. Orrore anche per il pigiama di flanella e i pantaloni a zampa.

Forse come ho detto nel post precedente ho salvato un matrimonio. Però è stato piacevole questo incontro tra galassie così distanti…

Partecipanti al gioco.

Francy con marito Claudio

Ludo con marito Fabrizio

Marcella con marito Nicola

Lory (amica di Marcella) con marito Antonio

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Giu 5, 2019 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

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È il corallo la tinta da indossare quest’anno

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

images-1Quando smetterò di fare la modella? Dipende dall’efficacia della mia crema antirughe.
Heidi Klum

 

 

 

Brioso, vitaminico, vibrante. Non è né rosso né rosa e ha il pregio di rendere elegante ogni look

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Francy la nostra cara amica grandissima appassionata di moda e di nuove tendenze

ha avuto le ultime dritte dalla sua e ora possiamo dire anche nostra amica Nadine.

Mentre stavamo cazzeggiando tra noi nel nostro solito incontro del mercoledì sera, ricordando con un pizzico di nostalgia e sana ironia di vecchie avventure in attesa del suo arrivo. Francy, la perenne ritardataria, così la chiamiamo.

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È stato quello l’unico argomento della serata, con un’unica oratrice. Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Al suo arrivo, era come fosse arrivato tra noi un tornado. Sottobraccio diverse riviste rigorosamente in inglese e lo smart phone pieno di video. Living Coral è stata la parola “chiave” della serata.

Per chi non lo sapesse, è l’ultima tendenza in fatto di colore da Pantone (io e le girls lo abbiamo imparato a nostre spese). È stato quello l’unico argomento della serata, con un’unica oratrice.

Arrivata a casa completamente rimbambita, ho preso un cachet e poi a nanna.

Finito qua… per niente!

Come al solito mi sono lasciata infinocchiare, risultato il sabato sera ero a casa con i piedi gonfi e doloranti.

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

sabato sera ero a casa con i piedi gonfi e doloranti…. Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Girate voi la città tutto il pomeriggio alla ricerca del Living Coral in tacco 11 e gonna stretta (quelle sono mie mancanze lo ammetto).

Risultato: Francy devo ammetterlo ha fatto ottimi acquisti, una gonna longuette e un paio di pantaloni a vita alta tutto rigorosamente Coral. Io una sottoveste non coral.

Passata la stanchezza, indossata la sottoveste appena comprata per vedere come mi stava e… diminuito il dolore in tarda serata, ho fatto ricerche in rete sul Coral.

L’articolo trovato, l’ho riportato qua sotto.

 

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

È il corallo la tinta da indossare quest’anno

Non è propriamente un rosso né un arancio e neppure un rosa. Non né pastello né fluo, ma si fa notare con la sua dolcezza e il suo calore.

Si chiama Living coral numero 16-1546e, se vogliamo essere a la page, dobbiamo indossarlo!

L’ha decretato Pantone, l’azienda americana massima autorità mondiale in fatto di colore da cui attingono i settori della moda e del design. Living coral è la nuance dell’anno. La ragione: “È rassicurante, si manifesta nella natura che ci circonda e ha una forte presenza sui social media. Ha un’essenza briosa e incoraggia a fare le cose con uno spirito leggero.

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Insomma questa cromia ha davvero tutto per piacere….Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Simboleggia il nostro bisogno di ottimismo e di ricerca di gioia”. Insomma questa cromia ha davvero tutto per piacere. È democratica: si adatta a bionde e more, esaltando sia i capelli chiari e l’incarnato delicato sia le pelli ambrate con chiome brune. Poi dà sensazione di energia, è dedicata alla natura e alla protezione dell’ambiente, coniuga il moderno con il vintage, è piena di sfumature e… porta fortuna. Da sempre infatti il corallo nei gioielli, è benaugurante sia da solo, sia abbinato all’onice, a turchesi o ametiste. Ed è pure regale, non a caso Letizia di Spagna l’ha indossato spesso, ancora prima che si imponesse con vigore nella moda.

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Il risultato è un mood fresco e femminile….Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Per vedere questo effervescente colore dal vivo dovremmo immergerci nelle acque limpide del Mar Mediterraneo. In alternativa possiamo “accontentarci di un tramonto, frugare tra rossetti e smalti – lì c’è di sicuro la sfumatura perfetta- o, ancora, prendere spunto dalle passerelle.

C’è l’imbarazzo della scelta. Da Chanel a Vivetta, da Roberto Cavalli a Luisa Beccaria: tutte le principali maison si sono cimentate con questa nuance, trasformandola ora in abiti supersexi ora in mise romantiche, scultoree e portabili a ogni età. In ogni situazione, Living coral, del resto ha un grande merito: sa rendere elegante qualsiasi capo dal tailleur più sportivo all’abito da red carpet. Ed è perfetto anche per look dal fascino boudoir per abiti in seta morbida ad effetto sottoveste e lingerie. La seduzione è garantita.

Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

per abiti in seta morbida ad effetto sottoveste e lingerie….Dagli abissi NASCE IL COLORE DELLA FELICITÀ

Come si porta? Con le fantasie tapestry (ad arazzo) e geometriche che si rifanno agli anni settanta. Sì anche in coppia con tutte le sfumature dell’azzurro, altro grand trend di stagione, o del verde acqua. Il risultato è un mood fresco e femminile, che vi conquisterà! Altri accostamenti consigliati sono quelli con le tinte neutre come il crema, il beige o il bianco o in contrasto con il nero. Monochrome, invece, sta meglio alle more, vedi lady eleganza Amal Alamuddin Clooney, che non sbaglia mai un colpo. In una serata speciale, nella declinazione più rosa, sognate, catturerà sguardi d’ammirazione: uniteci un po’ di oro e argento e vi trasformerete in moderne dee.

Dagli outfit fino ai capelli: il corallo è richiestissimo nei saloni dei parrucchieri perché intercetta la frizzante atmosfera primaverile. Bellissimo e trendy, sembra creato al Festival di Coachella, che si sta svolgendo in questi giorni in California – appuntamento ormai fisso per la scena musicale e lo stile – ed è perfetto per il mare e le vacanze. Via libera, dunque alle chiome lunghe e aranciate, che raccolgono anche bagliori color della pesca.

A meraviglia vanno anche gli accessori: sandali, borse & C. sono capaci di accendere e ravvivare ogni look e pure l’ultimo modello di Iphone, che in versione living coral , è il più gettonato. Pronte a fare shopping? E, perché no, a dare un bacio modaiolo? È boom di lipstick scintillanti come un frutto candito e di gloss traslucidi come sorbetti. Tutti aranciati, ovviamente.

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Autenticato come belle631. Uscire?

 

 

Apr 17, 2019 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

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Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

“Tieniti stretta la vita e la giovinezza.”
ELIZABETH ARDEN

Ho sempre pensato che una donna ha diritto di trattare l’argomento età con una certa ambiguità HELENA RUBINSTEIN

Continua la nostra guerra al femminile, ecco la seconda parte dell’articolo da me trovato e tradotto con il grande aiuto del mio amore, la mia Ludo. Ancora grazie tesoro.

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STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

 

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

“Lavorare per Helena Rubinstein era come vivere dentro una porta girevole”… STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Madame aveva amato di vera passione.

Tim, ex giornalista che l’aveva aiutata molto nei suoi inizi australiani e poi si era messo a fare il letterato, e aveva resistito per decenni ai suoi tradimenti, mettendo al mondo con lui due figli, prima di decidersi al divorzio, come la rivale, per gli stessi motivi, aveva fatto tempo prima. Si risposeranno entrambe con due principi russi, o sedicenti tali. Elisabeth molto infelicemente con un omosessuale che la notte delle nozze si porterà a letto un amico e verrà sbattuto fuori dei casa dai suoi avvocati nel giro di pochi mesi, la seconda molto felicemente con un georgiano più giovane di lei di 23 anni che morirà prematuramente. La lista delle differenze e dei punti in comune tra le signore potrebbe continuare all’infinito. Miss Arden mangiava come un uccellino, Madame amava le uova, le cosce di pollo e il formaggio. Miss Arden cambiava medico ogni mese, Madame si trascurava, salvo poi crollare e farsi ricoverare in una clinica europea. Entrambe erano insonni croniche, ma Miss Arden passava la notte a telefonare ai collaboratori (“Solo per due chiacchiere, caro”, sussurrava alla cornetta), mentre Madame si imbottiva di sonniferi e si metteva a letto alle dieci. Entrambe strapazzavano i loro dipendenti. “Lavorare per Helena Rubinstein era come vivere dentro una porta girevole”, ha dichiarato uno di loro. Un altro ricorda che Elisabeth era capace di interrompere una riunione di lavoro alle tre del pomeriggio per andare in aereo a vedere una corsa di cavalli e poi tornare alle 19, sedersi davanti ai poveretti che non avevano osato muoversi dal tavolo e sorridere: “Dove eravamo rimasti?”.

“Il collo è importante.

E va massaggiato solo con movimenti

in su, su, su.

Che alzino la faccia”

Helena Rubinstein

Avevano hobby molto diversi, Elisabeth era pazza per i cavalli, che allevava in America e in Irlanda e faceva correre con successo. Nelle stalle dei suoi “bambini erano disposte piante per ossigenare l’ambiente, altoparlanti per diffondere musica, e si facevano massaggi ai garretti con la famosa Eight Hour Cream.

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Elisabeth aveva fatto lezione di dizione per ottenere la sua leggendaria voce flautata… STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Ovviamente le fruste erano vietate, e allevatori e fantini erano assunti e licenziati a ritmo frenetico. Helena invece, collezionava cappelli, gioielli e arte. Aveva così tanti gioielli che una collaboratrice era incaricata di riporli la sera in una cassettiera con etichette in ordine alfabetico, da A per ametiste a Z per zaffiri, e tendeva a indossarli tutti insieme, senza curarsi dell’effetto. Cecil Beaton ricordava con orrore una delle prime sedute di foto con lei: “Una vecchia rana polacca con indosso un casco di gioielli….”. Aveva anche una collezione di arte moderna e africana già leggendaria, spesso esposta nei musei di tutto il mondo E quando voleva essere sicura di vincere al bridge, l’unica cosa che riusciva a tenerla sveglia la sera, metteva al tavolo una delle sue statue africane più terribili, ornata di capelli umani per innervosire gli avversari. Elisabeth aveva paura di stare sola e si circondava sempre di amici, soprattutto nella sua meravigliosa tenuta beaty farm di Maine Chance, dove gli ospiti venivano coccolati con massaggi yoga, spremute vitaminiche e peeling. Helena odiava le feste, e passava le serate in casa. Elisabeth aveva fatto lezione di dizione per ottenere la sua leggendaria voce flautata. Helena faceva ridere i giornalisti con il suo accento polacco.

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Elisabeth aveva paura di stare sola e si circondava sempre di amici… STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Entrambe tenevano di persona i rapporti con la stampa: Elisabeth intrecciando amicizie altolocate, Helena distribuendo gioielli e denaro (“Non pagano niente in quei giornali”, borbottava allungando le grosse buste piene di soldi in contanti). Entrambe, infine, morirono molto anziane, a un anno di distanza, Helena nel 1965 ed Elisabeth nel 1966. Miss Arden per seconda, e così si tolse la soddisfazione di far fermare la Limousine davanti al salone della rivale per simulare un sospiro davanti ai giornalisti di turno. Non sapeva che pochi mesi dopo, al suo funerale, mentre toccava a lei giacere nella bara, avvolta in un abito rosa confetto di Oscar de la Renta (era il suo colore feticcio: prima dei ricevimenti di lavoro si faceva precedere da un telegramma in cui annunciava che si sarebbe vestita in rosa e che le mogli dei collaboratori erano pregate di presentarsi in nero), Estée Lauder, una delle tante rivali che né lei né Madame avevano saputo notare, troppo accecate dalla loro guerra personale, si sarebbe fermata per dichiarare ai giornalisti…

“E’ finita un’epoca”.

STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

si sarebbe fermata per dichiarare ai giornalisti… STORIA DI DONNA Regine in guerra p. 2

Ancora grazie tesoro, e grazie a tutte/i voi e…  auguroni di una Buona Pasqua

belle

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Mar 13, 2019 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su SINGLE E PASTA!

SINGLE E PASTA!

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SINGLE E PASTA!

SINGLE E PASTA!

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Gli italiani hanno solo due cose per la testa: l’altra sono gli spaghetti.
Catherine Deneuve

 

 

 

Supermercato spesa della settimana

Porzione single di pasta

Due mani si toccano. Un brivido mi coglie, occhi maschili mi scrutano.

“Mi scusi”

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“Di nulla” Alzo gli occhi, inizio nervosamente a toccarmi i capelli, sbatto ripetutamente gli occhi. Iniziamo a chiacchierare, mi sento bene, mi tranquillizzo. Parliamo delle porzioni di pasta per single. Continuando a chiacchierare arriviamo alle casse, ci mettiamo in fila, sono sempre più rilassata. Paghiamo, stiamo uscendo… problema tutto al femminile.

“Scusami” e corro in bagno! Ci sto parecchio, ho dovuto arrangiarmi alla meglio. Quando esco non c’è più!!! Cretina mi dico e adesso, non so nulla di lui. Uffa e ancora uffa!!!

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Maledetti giorni, maledetto ciclo!!!…. SINGLE E PASTA!

Arrivo a casa tutta trafelata, lascio la spesa sulla tavola. Appena in tempo, levo gonna e scarpe e… ancora in bagno. Ne esco tutta accaldata e totalmente in confusione, gli ormoni sono impazziti. Come una pazza mi metto a sfogliare riviste che parlino sulle porzioni per single. Non so perché, ma lo faccio. Alla fine trovo l’articolo che qua riporto.

Devo andare più spesso al supermercato. Penso che diventerà una delle loro migliori clienti.

Maledetti giorni, maledetto ciclo!!!

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Una bella coppia. Perché un piatto di farfalle o spaghetti aiuta chi vive sola\o a essere più felice a tavola. Senza esagerare con le calorie.

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qualche chilo di troppo (io!!!!)…. SINGLE E PASTA!

Bello mangiare quando e come si vuole. Ma così è facile trasformare i pasti in spuntini, magari poco sazianti. più calorici e meno nutrienti. Chi  vive sola\o, quindi rischia di mangiare in modo scorretto e di ritrovarsi qualche chilo di troppo (io!!!!). Che fare?

 

CUCINARE CONVIENE

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Basta un piatto di pasta su una tavola ben apparecchiata…. SINGLE E PASTA

Basta un piatto di pasta su una tavola ben apparecchiata: dà subito un senso  di calore e di “pasto vero” (oltre a saziare molto”. E cucinare permette di scegliere gli ingredienti, dosando grassi e sale, spesso eccessivi nei piatti pronti. Ma come evitare gli sprechi? L’avanzo di un arrosto può “inventare” un’insalata. E quando avete voglia di stare ai fornelli, potete congelare una scorta di piatti casalinghi, compresi sughi e contorni.

VARIETÀ’ NELLA DIETA

Non è bene acquistare sempre e solo i cibi preferiti e più comodi. Per esempio, esagerando con formaggi e salumi la dieta diventa troppo ricca di grassi, sale e nitrati e nitriti, usati negli insaccati. Invece ogni giorno bisogna mangiare cibi di tutti i gruppi alimentari (senza trascurare il pesce) e 5 porzioni tra frutta e verdura. Provando vegetali “nuovi” e tenendone sempre almeno 2-3 varietà. Per questo meglio pianificare i menù settimanali. Così basterà fare la spesa ogni tanto, (no io devo andarci spesso!) senza correre al super all’ultimo momento con il frigo vuoto (e magari all’ora dei pasti, quando è più difficile resistere alla tentazioni).

COLAZIONE? RICCA O LEGGERA

Per chi non ha un’alimentazione regolare il primo pasto è ancora più importante. Ottimi il latte, (io non lo digerisco, uffa e ancora uffa) possibilmente non a lunga conservazione e lo yogurt; da accompagnare con cereali, biscotti secchi, fette biscottate o pane, magari integrali per regolarizzare l’intestino. E la frutta? Fresca, meglio intere che in spremuta.

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Per chi non ha un’alimentazione regolare….. SINGLE E PASTA!

“MONO” È  MEGLIO

Spesso le porzioni monodose sono convenienti, anche se costano di più. Un esempio? I sughi pronti. Una volta aperti vanno usati in pochi giorni: se si “dimenticano” in frigo si rischia di utilizzare una sola porzione e buttare il resto. E poi le confezioni pioccole aiutano a moderare i consumi e quindi le calorie. Finita la porzione di biscotti, grissini o gelato. per fare il bis occorre aprirne un’altra: ma se il sacchetto o la vaschetta che abbiamo davanti sono grandi è più facile andare avanti a oltranza. Magari, senza neanche rendersi conto della quantità consumata.

Grazie, Ciao

belle

50s

 

 

 

 

 

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Gen 10, 2019 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

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GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

GUARDAROBA A CONFRONTO - Uomo vs. Donna

GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

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Lei può avere cento vestiti e cinquanta paia di scarpe, essere emancipata, moderna e manageriale, ma se le proponete senza preavviso anche il più banale e innocuo avvenimento mondano, subito si leva il gridolino scandalizzato e vagamente rimproverante: «Ma non ho nulla da mettermi!».

Massimo Fini

 

GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Tutto è iniziato casualmente

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durante il nostro tradizionale Cenone di Capodanno (a proposito auguri a tutte/i).

Mentre stavamo iniziando, mi alzo prima di tutte le altre girls per aiutare Francy (la padrona di casa) a portare i primi piatti. Faccio per avviarmi in cucina e…. mentre sto indossando il grembiule per non sporcarmi la gonna, trovo all’improvviso davanti a me il marito di Francy.

Mi prende delicatamente per un braccio, facendomi roteare su me stessa e ponendomi davanti a tutti i commensali. Con un mezzo inchino, mi dice:

“belle, tu sei la mia donna ideale”.

Prende le mie mani, e guardando la sala dice ancora:

“smalto sulle unghie”.

Poi mi alza il grembiule, mettendo in mostra la gonna di pelle che indosso:

“sottana”.

Mi passa una mano sui capelli e terminando:

“Capelli sciolti lunghi”

(una delle poche volte che non porto il mio tradizionale chignon alla Audrey).

Mi bacia la mano e ritorna a sedersi.

GUARDAROBA A CONFRONTO - Uomo vs. Donna

“smalto sulle unghie”….“sottana”….“Capelli sciolti lunghi”… GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Sala in completo imbarazzo, io totalmente inebetita da questa se vogliamo chiamarla avance.

Guardo verso la cucina sperando che Francy non si sia accorta di nulla.

Purtroppo la vedo, appoggiata alla porta con le mani appoggiate ai fianchi che con occhi di fuoco prima incenerisce il marito e di seguito me.

Che cosa fare!

Ringrazio, e per togliere me stessa e l’intera sala dal silenzio irreale che si è creato, m’invento all’istante un gioco che ci occuperà l’intera serata portando anche un’atmosfera più rilassata e distesa.

“Claudio (il marito di Francy), apprezza questo in una donna. Rivoltiamo però la domanda, una donna cosa invece non apprezza nel guardaroba e nel modo di vestire maschile, e voi cari uomini cosa non vi piace del nostro vestire e del guardaroba femminile”.

SALVA!

Un foglietto a testa e cinque possibili varianti negative da elencare. Qua sotto è riportata l’opinione femminile, in un post seguente quella maschile.

GIRLS

1) Tutte totalmente della stessa opinione

1) SOPRACCIGLIA DEPILATE

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Specie quelle ad ali di gabbiano…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Forse saremo 5 ex ragazze un po’ all’antica, ma tutte abbiamo messo queste al primo posto. Specie quelle ad ali di gabbiano. Certo non amiamo i cespugli. Un sopracciglio un po’ curato, ma al minimo. Ci scusiamo tutte con le giovani generazioni, siamo antiche capiteci.

 

2) CAMICIOLA A MANICHE CORTE

A quasi tutte noi danno l’idea di soci di una bocciofila, o di anziano. Una di noi (Ludo) persino a George non perdonerei la camiciola a maniche corte.

3) IL BORSELLO

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piuttosto una borsa con taglio maschile che quello…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Questo io sono contraria. Alla maggioranza invece l’accessorio non piace, lo considerano brutto e totalmente inelegante. Una di noi, preferisco piuttosto una borsa con taglio maschile che quello, specie se a tracolla (testuali parole).

 

4) TUTA – BERMUDA – CARDIGAN A V

Tuta tollerata solo per gli sportivi di professione, massimo permesso dalle girls indossarla in casa. Bermuda bocciate in toto. Stessa sorte per il cardigan, totalmente intollerabile se lungo.

 

5) CALZINI/FANTASMINI

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Bocciati se si vedono sotto la scarpa… GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Bocciati se si vedono sotto la scarpa, non tollerate nemmeno le infradito. Totalmente bocciati all’unanimità i sandali, addirittura inclassificabili con i calzini. Totale comprensione per Fabrizio (marito Ludo), la moglie lo costringe alle scarpe anche in spiaggia.

 

7) ABBINAMENTI SBAGLIATI

Qui l’uomo italiano, grazie ai nostri consigli difficilmente sbaglia. L’appunto è più che altro rivolto ai cittadini inglesi, tedeschi americani ecc.…

8) NODI GROSSI ALLA CRAVATTA

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Anche qui la donna può rimediare…. GUARDAROBA A CONFRONTO – Uomo vs. Donna

Anche qui la donna può rimediare. Consenso diviso tra noi 3/2. Parere personale, a me non danno fastidio. Mi ricorda però i vecchi telefilm anni 70. Ragazza quanto sei stagionata!

The last but not list.

Boxer batte slip 4 a 1.

 

Considerazione finale.

Grazie a questo stratagemma, avrò salvato un matrimonio. Questo tra il serio e il faceto, pensavo la mattina del primo dell’anno. Cosa gli avrà preso al marito di Francy. Non abbiamo mai avuto un gran feeling. Boh!!!

SE avete altro che non vi piace del guardaroba maschile, lasciate pure un vostro messaggio.

Grazie

belle

 

 

 

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Nov 28, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

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Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra

STORIE DI DONNA Regine in guerra

“Ogni donna ha il diritto di essere bella.”  Elizabeth Arden

Non ci sono donne brutte, ma soltanto donne pigre. Helena Rubinstein

 

Sabato mattina: shopping con Francy.

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Era alla ricerca di una gonna per una cena in famiglia, da abbinare a una carinissima camicetta comprata la settimana precedente. Quando sono con lei, i piedi mi fanno sempre male! Cretina io a uscire in tacco 11 con una patita (è un eufemismo) dello shopping. Dopo un paio d’ore di ricerca, con i piedi sempre più indolenziti; finalmente ha trovato la gonna giusta. (Grazie al cielo “Scusa Tesoro”, ma lo so io i dolori che ho patito!) Potevamo così finalmente dedicarci ai miei, anzi al mio acquisto. La prossima settimana ho un invito alla cresima di una cugina. La cuginetta espressamente mi ha preso da parte l’ultima volta che ci siamo viste e testuali parole mi ha detto:

“zia isabelle (è una delle poche che mi chiama così) voglio un profumo da donna vera come tuo regalo”.

La madre; “belle, qualcosa di carino, ma non esagerare è ancora una bimba”.

 STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein (Le ho comprato questo, penso le piacerà?, voi signore cosa ne dite?)

Con questo ben chiaro in testa, io e Francy entriamo in una delle profumerie più in della città. Varie marche provate, alla fine il dubbio era tra Elisabeth Arden e Helena Rubinstein. Mentre sentivo le due fragranze, la commessa sollecitata da Francy, ci racconta alcuni aneddoti, o per meglio dire piccoli dispetti che le due donne si facevano. Scelto il profumo, e anche ilprossimo post, devo saperne di più di queste due signore! A casa, tolte finalmente le scarpe, sfoglio varie riviste; in una in francese trovo l’articolo qui riportato.

Ringrazio Ludo per l’aiuto nella traduzione: Grazie ancora Tesoro.

Siccome è molto lungo, per non annoiarvi Care Signore/i lo pubblicherò in due post separati.

 

STORIE DI DONNA Regine in guerra

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Prima parte

Una giurava solo sul rosa confetto, l’altra amava le tinte forti, una collezionava cavalli, l’altra statue africane, una era una maga del packaging, l’altra puntava sulla scienza, ritratto di due rivali di genio…

Se non fossero esistitele avrebbe potute inventare uno scrittore: Elisabeth ed Helena, Miss Arden e Madame, le due piccoledonne cocciute che all’inizio del novecento inventarono l’industria della cosmesi. Nemiche giurate, riuscirono a vivere a new York per decenni senza incontrarsi mai. Solo una sola volta, dice la leggenda, si sfiorarono in un locale.

Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein....helena-rubinstein-beauty-school

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein….helena-rubinstein-beauty-school

Ed Helena Rubinstein, incurante delle sue trecce tinte di nero inchiostro ogni settimana, si limitò a commentare, davanti ai capelli biondi della Arden “Troppo colore per una donna di quell’età” Diverse eppure a volta sorprendentemente simili, le due regine della bellezza non erano per niente belle. Geniali, tiranniche, ambiziose, avevano avuto tutte e due origini umili e le nascondevano sotto montagne di bugie una Florence Nightingale Graham ( poi Elisabeth in onore dei reali inglesi e Arden dal nome della tenuta di un miliardario che fu uno dei suoi primi eroi), era scappata da una fattoria canadese poverissima dove non c’era neanche il bagno, per fare l’nfermiera a New York. Ma sveniva alla vista del sangue e finì per fare la cassiera in un salone di bellezza, dove imparò in fretta. L’altra, Chaja (il nome ebraico per helena) Rubinstein, settima figlia di un commerciante di Cracovia, voleva diventare medico, ma fu spedita in Australia per dimenticare un amore sbagliato e divenne ricca vendendo una misteriosa crema di famiglia alle signore inglesi che dovevano combattere il sole australiano.

Ho solo questo da dichiarare:

le scottature sono il suicidio della bellezza

Helena Rubinstein

 

Entrambe mentivano su questi inizi. Miss Harden non spiegò mai dove aveva trovato i soldi per aprire il suo primo salone sulla Fifth Avenue (le malelingue parlavano di amanti ricchi, quel che è certo è che nei primi anni lei faceva di tutto anche le pulizie). Madame continuò a favoleggiare di prestigiosi studi medici. Perfino sulla data di nascita crearono dei gialli. Miss Arden confidava soave a un giornalista: “mio caro, ho mentito così tante volte sulla mia data di nascita che ormai non la conosco neanche più io. Quel che è certo è che a forza di lavoro, lavoro e ancora lavoro, intorno alla prima guerra mondiale erano già due ricche signore in affari. Miss Arden a new York. Madame in Europa. E quando una aprì i primi saloni a Parigi e Londra e l’altra sbarcò in America, la guerra si fece aperta. Non si potevano immaginare due stili più differenti. Colori a tinte forti e quadri moderni nei saloni di madame, cuscini rosa e colori pastello in quelli di Miss Arden. Una puntava sull’elite letteraria, anche grazie al primo marito, Titus che si dilettava a fare l’editore a Montmartre e manteneva tutti gli artisti di Parigi (“Come posso sapere se quegli scrittori valgono qualcosa?”, rispondeva madame, se interrogata su qualcuno di loro. “Non ho neanche il tempo per leggere i loro libri…”). L’altra scelse subito l’alta società, in particolare i reali d’Inghilterra. Wallis Simpson scendeva ogni settimana nel suo salone, senza mai pagare ma Miss Arden sapeva come recuperare il credito.

” Per perdere qualche chilo riso con pomodori lessati e  sbucciati, tre volte al giorno: ma senza esagerare. Le donne troppo magre invecchiano male ”

Elisabeth Arden

Dopo aver inaugurato la sua linea di moda, alla vigilia di un ballo importante facesse recapitare da un fattorino a Walls simpson l’abito Arden che avrebbe dovuto indossare per l’occasione. Nella cosmesi Madame puntava sull’aspetto

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

“La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”... STORIE DI DONNA Regine in guerra
Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

scientifico e creava le prime creme agli ormoni, i primi trattamenti contro il sole, il primo mascara waterproof. Miss Arden era invece un genio delle confezioni e della pubblicità: “La bellezza è per un quarto natura e per tre quarti cura”, dichiarava nei primi spot, dilagando in radio, televisione, e perfino al cinema, per il quale creò una linea di trucco esclusiva. Lo riconosceva anche la rivale, che un giorno confidò a un amico “Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”.

STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Con i miei prodotti e il suo packaging avremmo conquistato il mondo…”STORIE DI DONNA Regine in guerra Elisabeth Arden Vs. Helena Rubinstein

Divennero entrambe immensamente ricche, ma avevano un rapporto molto diverso con il denaro. Miss Arden ripeteva che per fare molti soldi bisogna spenderli, e  nb. Madame scandalizzava i suoi dipendenti spegnendo le luci inutilizzate nei saloni e risparmiando sul riscaldamento. A un collaboratore che batteva i denti durante la riunione che si teneva, come sempre nella sua stanza da letto, disse, avvolta nelle coperte: “Può tenere il cappotto, se vuole, ma ricordi il freddo aiuta a pensare”. Miss Arden dava ai suoi dipendenti paghe da sogno. Madame litigava su ogni aumento e si decideva a spendere soltanto quando voleva strappare del personale alla sua rivale. Quando Miss Arden divorziò dal primo marito, Tommy Lewis, un ex impiegato di banca che aveva conosciuto durante la concessione di un prestito, gli fece formare un impegno a non lavorare nel campo della cosmesi per cinque anni. Ma, scaduti i termini Madame lo assunse subito nel suo staff. “Così solo per far diventare verde di rabbia la rivale. Erano state tutte e due sfortunate con il matrimonio…. (continua)

 

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Mag 9, 2018 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

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ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Io credo nel rosa.
Io credo nel baciare, baciare un sacco.
Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie.
Io credo nell’essere forti quando tutto sembra andare male.
Io credo che le ragazze felici siano le più carine,
Io credo che domani sarà un altro giorno,
Ed io credo nei miracoli.

Audrey Hepburn

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Il colore più delicato… per i nostri sogni più belli. Una nuance rubata all’alba e alle pesche si posa sui nostri abiti. E sorpresa… da provare l’abbinamento con il rosso fragola.

Ragazze che effetto!!!

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Nelle prossime settimane devo uscire

per alcuni appuntamenti pomeridiani di lavoro e serali di cuore. Dò allora una controllata rapida al guardaroba; nonostante sia pieno, in particolare di gonne e abiti, pochi pantaloni, dico la classica frase, il dilemma eterno per noi donne.

“Uffa non ho niente da mettermi”

e qui nascono le naturali paturnie. Dopo attenta riflessione, decido: mi servono gonna, camicetta e forse anche scarpe.

Il mattino successivo, shopping nelle vie del centro città: dopo ore e ore di ricerca infruttuosa torno a casa sconsolata. Tante proposte ma nulla che mi ha fatto scattare la molla per acquistare.

<em>Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure....</em> ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure…. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Demoralizzata chiamo Francy, la nostra esperta fashion.

“Rosa, rosa e ancora rosa in tutte le sue nuance, e se vuoi osare accostalo al rosso. Comunque quando vai a far dello shopping chiamami”.

Detto fatto, un pomeriggio libero e tutte e due le girls iniziano le ricerche.

Risultato: una bellissima pencil skirt rosa, fa parte ora del mio guardaroba, così pure una camicetta a fiori con un colore rosa più tenue e scarpe tacco 11 sempre rosa.

Allora Francy aveva ragione, la primavera sarà rosa, rosa, rosa…

 

ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Shocking, soft, confetto, pastello, caramella o ciclamino.

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero.

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Pink is the new black, il rosa è il nuovo nero. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

In qualsiasi sfumatura lo si declini lo slogan è ormai questo. È innegabile, questo colore che può essere al tempo stesso femminile e ironico, signorile e fanciullesco, fiabesco e metropolitano, ha ormai conquistato uno spazio di rilievo nel guardaroba delle donne. Alcune lo adorano per la sua soave attrazione, altre pur subendone il fascino non riescono a farlo totalmente proprio per l’evidente associazione allo stile di Barbie. Turbe dell’infanzia che hanno tutte o quasi può essere! Gli stilisti ora più che mai però lo trovano irresistibile.

stranamente pacato Versace ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

stranamente pacato Versace ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Dalle sue naturali palette prendono le tonalità più graziose e sofisticate trasferendole su abiti e accessori. Il rosa dei giardini, del cielo all’alba o quello  che ci portano i nostri orti con sapore di pesche o lampone.

Grintoso lo rende Moschino, stranamente pacato Versace, seduttivo Dolce&Gabbana, di un elegante rigore Giorgio Armani, fino a Trussardi che in rosa principesco ha vestito Michelle Hunziker al recente Festival di Sanremo.

Questo colore ha sempre vestito donne dotate di grande fascino e personalità.

indossava un tailleur rosa di Chanel ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

indossava un tailleur rosa di Chanel ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Impossibile non ricordare pure in questo contesto leggero e spensierato Jacqueline Kennedy che il 22 novembre 1963, giorno dell’assassinio di suo marito John, presidente degli Stati Uniti d’America, indossava un tailleur rosa di Chanel accompagnato dal cappellino a tamburello abbinato. “L’abito che resterà per sempre nella coscienza storica dell’America” così è ormai riconosciuto.

Per la primavera, l’abbinamento più chic: fashion+tradizione un ossimoro cromatico strong e cosmopolita, rosa+rosso. Ovvero un connubio considerato da sempre tabù, ma che oggi si è trasformato in un must capace di donare una sferzata di dinamismo ed energia all’intera silhouette. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

 rosa+rosso. Ovvero un connubio considerato da sempre tabù, ma che oggi si è trasformato in un must capace di donare una sferzata di dinamismo ed energia all’intera silhouette. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Facendo ancora un salto a ritroso nella storia, impossibile non citare la designer Elsa Schiapparelli, che in modo inequivocabile contribuì all’affermazione di questo colore con la sua versione più accesa.

Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. ROSA PRIMAVERA ROMANTICA.

Nel 1936 la sua originalità fu premiata, la stilista realizzò un profumo chiamato Shocking de Schiapparelli con un packaging esterno in rosa acido. Sul flacone era scolpita la forma del busto di Mae West (attrice di quei tempi famosissima e assidua cliente della maison Schiapparelli) rappresentando così una nuova proiezione della femminilità che poi fu trasferita anche per le sue creazioni di abbigliamento. La fragranza ebbe un enorme successo. Il rosa, appositamente creato per il contenitore, divenne una tinta con un nome preciso “rosa shocking” ancora oggi tanto in voga. La ragione: non è difficile da capire. Il rosa è democratico, nelle sue 50 e più sfumature sta bene a tutte. Bionde, more o rosse. Attenzione però signore quando vira al beige, non sempre ci dona specie se abbiamo una pelle chiara con occhi di ghiaccio.

Lo sa bene Sarah Jessica Parker,

una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink ROSA PRIMAVERA ROMANTICA

che uso quest’outfit già nel 2011, al David Letterman Show, quando per un’intervista decise di stupire il pubblico con una morbida blusa color fuoco abbinata a un paio di pantaloni a zampa rigorosamente pink. Un contrasto, fortissimo e super glam che non passò inosservato! Da allora l’accostamento delle due tonalità non ha più fatto storcere il naso soprattutto tra le millenials. Possiamo quasi dire ormai che è diventato d’obbligo per una donna che ama seguire le tendenze. Certo, è per chi vuole osare, ma è quasi impossibile non farsi contagiare dalla vitalità di questa coppia cromatica. Iniziate a provarla su un accessorio o una borsa se non siete convinte. Da abbinare al jeans (un passe-partout), al nero o al bianco (eleganti). L’effetto buonumore è garantito. Perché come sostiene Miley Cyrus: “Il rosa non è solo un colore, è anche un atteggiamento!”. Positivo, incisivo, contagioso. Insomma, vale la pena vivere la vie en rose.

 

 

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Gen 25, 2018 - Benessere e Salute    Commenti disabilitati su Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

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Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante: Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

 

1454708835-5-cocktails-non-alcoolises-sex-and-the-city-cocktails-tplmoms-e1417178914192La vita non sempre corrisponde alle tue fantasie, per questo hai bisogno di amicizie vere per affrontare il tutto!

da Sex and The City

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Due amiche come tante:

Una un po’ insicura, l’altra tanto in gamba… Piccolo racconto semiserio alla scoperta dell’anima femminile, anche quella più nera e perfida.

Spunto: chiacchiericcio, riviste, rete.

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Laura ed io ci conosciamo dalle scuole elementari,

ed è da allora che siamo inseparabili. Mi ha insegnato tutto su come comportarmi, sia in pubblico, sia in privato.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Mi ha insegnato a farmi la ceretta e a pronunciare il mio nome senza ansie e timori. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Devo ringraziare lei se sono cassiera, con funzioni anche di riordino in un grosso supermarket cittadino. Non ci sarei mai riuscita se fossi stata sempre la piccola provinciale baffuta e balbettante che ero. Mi ha insegnato a farmi la ceretta e a pronunciare il mio nome senza ansie e timori.

Grazie a lei so tutto sulle storie d’amore, cose che non avrei mai scoperto se avessi dovuto sperimentarle di persona. Quando sono stata corteggiata, lei si è sempre accorta che il mio pretendente non era adatto a me. In alcuni casi si è offerta di provarlo al posto mio, poi nei dettagli mi ha descritto tutte le prestazioni.

Proprio una cara Amica. Per questo sono contenta che ora lavori con me.

Ogni mattina passa e mi dà consigli.

“Con gli occhiali saresti più carina”

Ogni mattina passa e mi dà consigli. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Ogni mattina passa e mi dà consigli. Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

 Io puntualmente eseguo.

Allora lei mi rende interprete principale del suo delizioso scherzetto.

“Tesoro con quegli occhiali sembri un panda con il pelo in fiamme”.

“E perché ho i capelli rossi Risata generale.

Spesso mi dà preziosi consigli. Un paio di giorni fa.

“Cara porti abiti troppo larghi” “Capelli troppo rossi” “Hai un bel corpicino indossa cosine aderenti”.

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero e damascato sul petto. La mia quarta di reggiseno esplodeva in tutto il suo splendore. Ho infilato anche una panciera.

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Il giorno seguente mi presento con un abitino stretch nero Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Ero come in apnea, ma dovevo resistere. Il capo mi ha chiesto del mio strano colore, stavo diventando lilla.

Poi… ho perso i sensi.

Appena ripresa… la mia cara Amica era lì.

“Mia Cara il corpo deve poter respirare” sollevando le braccia “tutto deve essere in armonia con il mondo”.

Subito corro in bagno e tolgo reggiseno e panciera. Per tutto il pomeriggio il mio bel corpicino tracimava dall’abito stretch.

Da allora ho cominciato a provare vari out-fit. Gonne lunghe, pencil skirt, pantaloni, abiti. Spendendo in marchi in e optando per stili differenti fra loro.

Laura ha detto

“troppo tozza, troppo raffinata, troppo grassa, troppo magra, troppo epistemica o troppo strobica.

Le ultime due proprio non le ho capite!

Per compiacerla ho infilato nel cassetto la mia bandiera pacifista.

“Sei una smidollata, devi essere più aggressiva, grinta ci vuole ragazza”.

L’indomani mi presento in tailleur da donna in carriera. Decisa vado dal capo.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

L’indomani mi presento in tailleur da donna in carriera Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

“Lei non può trattarmi cosi!” Così come mi risponde.

Riporto il mio tailleur alla cassa. Sarebbe troppo complicato ricordargli la scenata che mi aveva fatto due settimane fa.

Subito Lei

“La solita rinunciataria”

Non mi arrendo, la giornata seguente sempre vestita da donna in carriera, appena arrivata, mi fiondo in bagno e provo e riprovo allo specchio per esercitarmi.

Alla prima occasione me la sono presa con Genny una mia collega. Lei si è messa a piangere.

La cara Amica.

“Il tempo delle donne aggressive è finito”! Occorre essere dolci e riconciliarsi con il proprio Io femminile.

“Dove è finita la deliziosa ragazza che conoscevo?”

Le ho risposto “Non so proverò a cercarla”.

A casa cerca che ti cerca ho trovato un’altra me.

Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Subito è corsa a sistemarsi: potenza della suggestione Mi critica… ma lo fa per il mio bene…

Stamattina al lavoro, appena lei si avvicina.

“Cara ti sta colando giù il trucco”.

Subito è corsa a sistemarsi: potenza della suggestione! Ha già funzionato per ben otto volte.

Il Capo mi ha chiesto, perché Laura è sempre in bagno. Non lo so ho risposto, aggiungendo che si dice Toilette.

Poi… ho tolto dal cassetto la mia bandierina pacifista. Noi smidollate pacifiste alle volte abbiamo risorse insospettabili…

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Dic 6, 2017 - News Vanity    Commenti disabilitati su SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

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SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Oriana-Fallaci“La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.”

Oriana Fallaci

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Chiacchierando una sera in compagnia, mi accaloravo più di altre a difendere le donne

belle631

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da alcuni pregiudizi tipicamente maschili. La disputa in particolare tra me e il marito della Ludo si stava sempre più innalzando, sia in termine di decibel, sia a rischio colluttazione. Il resto della compagnia per fortuna via via ci ha distolto dalla nostra vivace contesa.

Da brava Signora mi sono scusata sia con il marito, sia con gli altri per questa mia mancanza di stile. Lo stesso ha fatto lui.

Ritornando verso casa ero in macchina proprio con Ludo e suo marito. Ovviamente abbiamo parlato di tutt’altro. Arrivata, scendo e li saluto. Bacio lei e stringo in modo amichevole la mano al marito, che con mia sorpresa mi dice:

“CIAO SUFFRAGETTA”.

Mentre mi spogliavo per indossare la camicia da notte, questa parola mi ronzava continuamente in testa. Prima di addormentarmi, decido domani… ne devo sapere di più! Qualcosa so, ma voglio approfondire, poi… sono caduta tra le braccia di Morfeo.

CHI ERANO LE SUFFRAGETTE?

Donne che hanno permesso a tutte noi, grazie alle loro lotte, alla loro partecipazione civile, di avere dei diritti inalienabili, come quello di voto.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Le abbiamo immaginate a lungo e ingenuamente come nel film ”Mary Poppins”, un gruppo sparuto di gentili borghesi che bevono Tè e sfilano gioiose dentro le loro camicette bianche impreziosite con fiori freschi e fasce di seta sul petto.

Niente di più falso, erano un piccolo esercito armato di operaie. Pronte a sabotare le loro città, a infrangere vetrine a colpi di pietra e a collocare anche bombe. Questa è la vera storia del movimento delle suffragette “, che la stampa dell’epoca si guardò bene dal raccontare, e ancora oggi per la scuola è un argomento molto ostico da affrontare.

Emmeline Pankhurst SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Emmeline Pankhurst SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Tutte, sempre a fianco di Emmeline Pankhurst, la fondatrice del movimento: Donna carismatica e ricercata a capo della Women’s Social and Political Union. Solidali e militanti le suffragette combatterono per i loro diritti e per il diritto al voto. Completamente ignorate dai giornali, che temevano la censura governativa e i relativi strali, dai politici che le ritenevano inette e instabili. Decidono unite di passare alle maniere forti. Boicottaggio delle linee telegrafiche, pietre contro le vetrine, bombe in esercizi governativi (ma rigorosamente vuoti), sciopero della fame. Tutto è lecito per la causa. Dare alle donne nuovi diritti, e permettere alle stesse di uscire da quel limbo che la società le confinava. Diritto all’eguaglianza, a un pari salario, fine alle molestie sessuali cui erano continuamente sottoposte. Tutte queste rivendicazioni scossero l’opinione pubblica d’inizio secolo. La repressione fu durissima, furono picchiate, imprigionate e sottoposte a continue vessazioni.

Famoso, il caso di Emily   Davison, che per attirare l’attenzione, non esitò a gettarsi sotto il cavallo del Re Giorgio V per guadagnare l’attenzione dei media.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Emily Davison, che per attirare l’attenzione, non esitò a gettarsi sotto il cavallo del Re Giorgio V SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

 

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Donne ordinarie che hanno incarnato l’avanguardia del cambiamento in grembiule o gonne lunghe. Dopo anni di campagne pacifiche che però sono costate morte e violenza, il continuare a ripetersi di promesse mai mantenute, il movimento adotta una scelta violenta, sempre però in maniera femminile, senza cercare di provocare morti inutili. Le loro bombe sono messe in sedi di rappresentanza, ma rigorosamente vuote. Questa violenza o pseudo violenza, dove ci ha portate? Alcuni esempi, il diritto al voto in Gran Bretagna data 1918 (in maniera incompiuta). Da noi ben ventisei anni dopo. In Arabia Saudita 2015. Penso però che se tutte noi, viviamo in una società un po’ più paritaria, un enorme grazie, lo dobbiamo rendere a queste signore o signorine.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Suffragette’s Style

Il viola rappresentava la lealtà e la dignità, il bianco la purezza e il verde la speranza. Le militanti erano invitate a vestire di quei colori “come un dovere e un privilegio”.

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

Le suffragette lo sapevano, moda, femminismo e politica sono sempre stati temi caldi. Queste donne, hanno assecondato la strategia del rovesciamento, anziché usare quella del rifiuto. Cambiare non cambiando la moda e i suoi ideali di femminilità, anzi conformandosi a questi. Combattevano lo stereotipo della donna forte nei panni maschili che spesso era rappresentata all’epoca, preservando la loro immagine di femminilità ed eleganza, nonostante le lotte.

Fecero di tutto per mantenere il loro appeal femminile agli occhi dei media e attraverso il giornale Votes for Women, sceglievano anche la paletta dei colori cui i loro abiti avrebbero dovuto ispirarsi.

Suffragette oggi?

Pensiamo alle manifestanti di oggi, ai movimenti femminili

e ci rendiamo conto di quanto sia cambiato rispetto alla filosofia delle Suffragette. Ora si manifesta a seno nudo, come fanno le Femen. Oppure ci sono le Pussy Riot, il movimento femminista russo, che lotta in anonimato, dietro bataclava colorati.

Non sarebbe bello manifestare, come hanno fatto le Suffragette, indossando i nostri abiti di donne di sempre, quelli che usiamo tutti i giorni?

Le Suffragette insegnano, ancora fanno storia, non è come ci vestiamo o spogliamo che fa la differenza: sono le idee e le motivazioni per supportarle, quelle che contano.

 

P.S. Al marito di Ludo

Non so se intendevi offendermi o farmi un complimento. Ti voglio comunque ringraziare per avermi paragonata a queste donne.

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SIAMO TUTTE SUFFRAGETTE?

 

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Nov 8, 2017 - Fashion Vanity    Commenti disabilitati su MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

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MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

A NEW LOOK

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

 

Detesto il narcisidiana-vreeland-4smo ma approvo la vanità
Diana Vreeland

 

 

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

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A NEW LOOK

Corsetti che strizzano la vita, crinoline che gonfiano gonne a corolla. Occhi evidenziati con l’eye liner, creano maliziosi e intriganti occhi da cerbiatta. Fili di perle e tacchi a spillo completano il look femminile del decennio.

 

Christian Dio - MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Christian Dior – MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Una nuova moda. A new look: una fastosità e un’eleganza tipica del secondo ottocento, contraddistingue il decennio. C’è voglia di ricercatezza e originalità, da contrapporre alla miseria e alla desolazione che la guerra ha lasciato.

Corsetti che strizzano la vita, crinoline che gonfiano gonne a corolla. Occhi evidenziati con l’eye liner, creano maliziosi e intriganti occhi da cerbiatta. Fili di perle e tacchi a spillo completano il look femminile del decennio.

Rinasce l’Haute Couture a livello internazionale. La “Signora Dior” diventa un oggetto di lusso come l’automobile. Questa voglia di ricercatezza e in alcuni casi di frivolezza, porta a un vistoso rallentamento all’emancipazione femminile. La donna forte e indipendente che la guerra aveva consegnato, piano piano sparisce.

La nuova eleganza firmata Dior si diffonde sia in America, sia in tutta Europa. Lo stile Dior crea un mondo da sogno. I suoi abiti sono sfoggiati in lussuosi party. Nasce così il famoso “abito da cocktail” (che quasi tutte abbiamo). Le sue creazioni indossate da attrici, principesse, aristocratiche dame e intellettuali signore, sono proposte in feste in maschera sempre all’insegna della più sfrenata stravaganza e originalità.

A Dior, in quegli anni si affianca un geniale stilista di calzature Roger Vivier che collaborerà con la maison per tutto il decennio.

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Ventidue linee diverse modellano il corpo della donna in poco più di dieci anni: i primi look rigidi in stile Secondo Impero, con la vita segnata da corpetti, e fianchi accentuati, sbocciano in successive silhouette a corolla, morbide sul busto con gonne danzanti larghissime.
Dopo il New Look, dalla metà del decennio subentra la linea ‘H’, che assottiglia e allunga il busto in virtù di gonne lunghe, ampie e drappeggiate, mentre la ‘A’ conquista gli Stati Uniti grazie alla sua praticità con abiti a vita bassa e gonne a pieghe fino al ginocchio.

 

Coco Chanel - MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Coco Chanel – MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

In questo decennio altri stilisti propongono le loro creazioni: Cristobal Balenciaga, Hubert de Givenchy, Louis Feraud (stilista di Liz Taylor, Brigitte Bardot, Grace Kelly). Ritorna dopo la guerra Coco Chanel presentando l’alternativa al NewLook Dior: il tailleur in tweed, “ l’abito perfetto”, composto da giacca, blusa e una gonna o abito senza maniche, da indossare in un total look con le classiche collane a fili di perle, le borse trapuntate a catena e le décolleté bicolore con la punta contrastante. In contrapposizione all’Haute Couture, specialmente in America si sviluppa la cosiddetta Moda Pronta, più disponibile per le masse. La confezione in stile industriale sancisce una democraticizzazione del fashion system… LA MODA È PER TUTTE

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Covano però specie negli States, le prime ribellioni giovanili, la famosa “Giventù Bruciata”. Tutto è contestato, perché ritenuto pieno d’ipocrisia e di falsi valori. Giubbotti di pelle, T-Shirt in vita indossate anche dalle ragazze, stivaletti portati dai divi dell’epoca come Marlon Brando o James Dean sono la spia del cambiamento che la società si prepara ad avere. Comodità è la parola d’ordine.Le ragazze si scatenano a ritmo di Rock’n’Roll, con i capelli raccolti in code a cavallo, vestite da gonnelline a ruota e camicette aderenti, scarpe basse e calze corte; i ragazzi hanno il classico ciuffo sulla fronte rocker style alla Elvis Presley e indossavano camicia e maglione con jeans o pantaloni sportivi.

In Italia

Gina Lollobrigida - MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Gina Lollobrigida – MODA IN PILLOLE il novecento… GLI ANNI 50

Prestigiose sartorie interpretano il New Look. Tra le tante Emilio Shuberth, le Sorelle Fontana, Biki, Pucci, Valentino, Cappucci.

Il 12 febbraio 1951, con una sfilata di 170 modelli di firma italiana a Firenze, fu sancita la nascita della moda italiana: il prodotto made in Italy s’impone sul mercato mondiale, distinguendosi da quello americano per l’alta qualità sartoriale unita a una solida tradizione artigianale: tessuti ricercati, tagli impeccabili, cura nei dettagli, comodità alla mano.

Attrici, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Ava Gardner. Aristocratiche, Jackie Kennedy, Soraya imperatrice di Persia, Maria Pia di Savoia e dive d’opera come Maria Callas, indossano la moda italiana rendendo così omaggio alla loro genuina bellezza.

P.S.  Con questo post termino questa piccola storia sulla Moda riguardante la prima metà del secolo scorso. Mi sto documentando per trovare materiale per il periodo seguente. (60/2000). Se qualcuna/o sa, dove potrei recuperare informazioni, (rete, riviste, libri o altro) se volesse, gentilmente me le può comunicare come commento qua sotto o alla seguente mail. vanitystylemag@gmail.com

Grazie

belle

 

FONTE: ‘Storia della moda XVIII-XX secolo’, Enrica Morina

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MODA IN PILLOLE  Il Novecento… Gli anni 50

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